Dan Friedkin e la sua Roma
È sempre più la sua Roma. Alla quale è intenzionato a dare una dimensione ancora più europea e internazionale. Mister Dan, più passa il tempo e più è coinvolto nel mondo Roma. All’inizio,scrive Piero Torri, le cronache ci avevano raccontato che, una volta acquistata la società, Friedkin senior sarebbe sì diventato il presidente, ma che da queste parti si sarebbe trattenuto per qualche settimana per poi lasciare tutto in mano al figlio Ryan. Non è stato così. Mister Dan non si è più mosso, al di là di qualche breve ritorno nella sua Houston, viaggi andata e ritorno a Londra, vacanze ridimensionate allo stretto indispensabile. Ha comprato casa, è stato presente quasi a tutte le partite, è deciso a continuare a fare il presidente a 360 gradi. La Roma l’ha fortemente voluta, acquistata, con sconto, durante la pandemia, e ora la vuole proiettare nel futuro. E vuole farlo in prima persona perché, come dicono a Trigoria e viale Tolstoj, il presidente vuole sapere tutto, conoscere il parere di alcuni sulle varie vicende, ma per poi decidere da solo. In questo senso, sta cercando di entrare sempre più nel merito delle cose.
Vuole conoscere, capire, scoprire e poi decidere. Anche per questo ha voluto entrare nel board dell’Eca (l’ente che associa i principali club europei). Un paio di settimane fa si è presentato alla riunione dell’Eca, accolto con tutti gli onori del caso. All’appuntamento di Ginevra, mister Dan è stato accompagnato da Francesco Calvo al quale ha delegato soprattutto i rapporti con le istituzioni europee, rapporti che considera fondamentali per garantire un’ulteriore crescita della sua (e nostra, ce lo consenta mister Dan) Roma. A proposito di Calvo c’è da dire che il suo rapporto con la Roma continuerà fino alla fine di quest’anno. Dopo le sue dimissioni, il dirigente con il club aveva firmato un contratto di consulenza (politica sportiva europea e italiana) fino al prossimo trenta settembre. La consulenza, per quello che ci risulta, è stata prorogata fino al trentuno dicembre (poi chissà) proprio perché mister Dan vuole che Calvo lo aiuti a introdursi sempre meglio nell’ambito del calcio europeo, cosa che per il manager è resa più semplice dal fatto che può vantare un passato professionale con Juventus e Barcellona (due delle tre che ancora resistono sul fronte della Superlega).
Il tempo ci dirà se le scelte fatte si dimostreranno migliori, ma certo è che in poco più di un anno, mister Dan ha rivoluzionato quasi del tutto la società. Salutati molti dirigenti (Baldissoni, Longo, Zubiria, Rogers, Bafaro, Brambilla), benvenuto a una nuova dirigenza (Tiago Pinto, Scalera, Pastorella, Van den Doel, Vitali, Lombardo, Murgo) in una specie di voluto azzeramento del passato, per creare i presupposti per una nuova dirigenza. Il filo coduttore rispetto alla precedente proprietà, continua a essere l’amministratore delegato Guido Fienga che, lato calcistico a parte, sovraintende tutti gli altri settori. Il dirigente è apprezzato per la sua competenza per quel che riguarda i diritti televisivi, ma anche per come aveva intuito le potenzialità economiche di un eventuale ingresso dei fondi nel mondo del calcio. Potenzialità che non è da escludere che possano tornare, a breve, di grande attualità. Tanto è vero che si parla della possibile costituzione di una società ad hoc, società di cui Fienga potrebbe far parte. La società, intanto, per quello che ci risulta sta cercando un direttore generale, ci sono stati già contatti con due manager, uno toscano e uno campano.
In questo anno di presidenza, il grande capo giallorosso ha preso di petto tutti gli aspetti della società. A cominciare da quello dello stadio facendo un’autentica rivoluzione. Addio al progetto di Tor di Valle, un’idea precisa per lo stadio che sarà, argomento che sarà affrontato subito dopo l’elezione del nuovo sindaco. L’idea, pur a fronte di alcune problematiche, è quello di costruire l’impianto in zona Testaccio, tra mercati generali e Gazometro, puntando su uno stadio al centro, già ben servito dai servizi, ecologico e che possa essere sfruttato per sette giorni a settimana. La principale differenza rispetto alla precedente gestione a stelle e strisce, è che se Pallotta puntava forte sul trading dei giocatori, mister Dan ha individuato nel settore commerciale quello che può garantire nel futuro le maggiori possibilità di aumento delle entrate. E su questo si sta lavorando. Dopo aver concluso l’accordo con Digitalbits (tredici milioni all’anno per tre stagioni), ora si punta a trovare un nuovo marchio per la manica della maglia, rimasta orfana di Iqoniq che non ha pagato il dovuto. C’è in piedi un abbozzo di trattativa con una casa farmaceutica. Intanto i legali del club hanno inviato una lettera a Iqoniq per richiedere il dovuto, almeno fino a quando il marchio è comparso sulla maglia. Chissà che non si sia costretti a rivedersi in tribunale. Deciderà Dan, potete scommetterci.