Orsato, la storia si ripete. Sconfitta ingiusta.
La storia è sempre la stessa, scrive Daniele Lo Monaco, sulle pagine de Il Romanista. Il tifoso romanista dallo stadio della Juventus continua ad uscire furioso. E ancora una volta il protagonista degli incubi ha le fattezze del direttore di gara, stavolta l’ineffabile Orsato, ieri con la complicità del Var Nasca. Questo il campionario di errori che hanno determinato, al di là delle ingenuità giallorosse, l’ennesima sconfitta della Roma all’Allianz, la dodicesima su tredici giocate (1-0 il risultato finale con rocambolesco gol di Kean): sulla partenza dell’azione del gol, Cuadrado ha controllato chiaramente il pallone aiutandosi con un braccio, scorrettezza subito segnalata dai giallorossi e poi inutilmente fatta notare ad Orsato che probabilmente ha avuto l’inspiegabile silente assenso del suo dormiente collega al Var; nella contestatissima azione del rigore del possibile pareggio, Orsato ha fischiato esattamente nell’istante in cui Abraham sta calciando nella porta ormai vuota, primo caso di regola dello svantaggio (ti punisco togliendoti il vantaggio scaturito dalla scorrettezza avversaria); poco conta che Mkhitaryan abbia toccato il pallone con le mani dopo aver subito il fallo (motivo che giustificherebbe Orsato), ma la volontarietà sarebbe tutta da dimostrare e le ultime interpretazioni sul fallo in area mandano in un’altra direzione; subito prima il rigore sbagliato da Veretout, infine, Orsato si era affannato a richiamare tutti i giocatori sul rispetto della non invasione dell’area, ma le immagini al replay dimostrano come Chiellini (poi arrivato a disturbare Mancini sul tentativo di ribattuta) sia già in area di un metro al momento del tiro, con tanto di check del Var che nulla però ha obiettato. Insomma, un capolavoro. Mourinho non si è scomposto, ha esaltato la sua squadra e ha evitato di parlare dell’arbitro, con un paio di silenzi piuttosto espliciti quando gli è stato chiesto di commentare. La classifica non è cambiata, ma la Juventus si è avvicinata e il Napoli si è allontanato. Si annunciano scintille nel confronto diretto dell’Olimpico tra sei giorni.
Il primo tempo era cominciato con la Juve timidissima e la Roma convintamente protesa nella metà campo opposta. A parte l’estemporanea conclusione di Bernardeschi dopo 12 secondi 12 (in pratica, lancio lungo sul calcio d’inizio, e Roma un po’ ingenuamente stretta a centro area, con lo juventino libero di aprirsi a sinistra a scaldare i guantoni a Rui Patricio: resterà l’unico tiro juventino del primo tempo, gol a parte), è stata la Roma a guidare le danze, con Zaniolo a strappare di brutto e il palleggio alto a spaventare i bianconeri. Mourinho aveva scelto lo schieramento titolare, con Abraham e Viña regolarmente in campo nonostante gli strapazzi in Nazionale (e Karsdorp acciaccato) e la Roma aveva risposto con l’autostima dei giorni migliori. Al 6° una bella punizione laterale di Pellegrini aveva trovato Mancini piuttosto libero di colpire di testa da posizione defilata lungo sul secondo palo, e l’inzuccata ha costretto Szczesny all’intervento acrobatico. All’8° ancora Zaniolo ha ballato sulla trequarti prima di servire Pellegrini, bravo a battere di sinistro, ma una deviazione di Danilo ha spostato la traiettoria appena oltre la traversa. Allegri sembrava preoccupato, stretto nel suo cappottino blu d’ordinanza. Aveva scelto l’ordinato 442 di questo periodo per la sua squadra priva di diversi giocatori importanti, con Chiesa in versione stralunata, Kean centravanti, e due esterni veloci come Cuadrado e Bernardeschi. Lì Allegri voleva colpire, confidando sulle catene esterne con i raddoppi dei terzini sulle ali, e vai a sapere che il fattore decisivo sarà rappresentato da De Sciglio, forse il migliore dei suoi: è stato suo, infatti, al 16° il cross decisivo per spostare l’equilibrio della partita, rientrando da sinistra sul destro, come gli esterni d’attacco, ma lui è solo un terzino, ma si applica e calcia bene, e infatti sulla parabola tagliatissima si sono avventati Bentancur e Kean e sulla carambola l’ultimo a toccare è stato l’attaccante, mettendo fuori gioco Rui Patricio. Gol ben costruito, ma rocambolesco nella sua definizione.
Colpita, la Roma ci ha messo un po’ per riprendersi, quasi avvolta all’improvviso dai fantasmi del passato, dalla storia tetra e buia di questo stadio, con le undici sconfitte su dodici prestazioni, giocando quasi sempre male, ma non è bastato neanche quando giocava bene. Al 23° un’altra mazzata: dopo l’ennesimo allungo, Zaniolo ha sentito un sinistro fastidio al ginocchio e non ha rincorso De Sciglio, fermandosi con una smorfia di dolore. L‘apprensione per un attimo ha lasciato spazio alla speranza quando si è rialzato e ha ripreso a giocare, ma dopo un altro giro di lancette si è dovuto fermare e Mourinho ha fatto entrare El Shaarawy, al 26°. Dal Faraone sono arrivati un paio di spunti interessanti mentre il tempo languidamente si andava esaurendo: buona l’imbeccata verticale di esterno per Viña, ottimo il cross dell’uruguaiano per Abraham, bravo Szczesny a bloccare la deviazione di testa; ottimo pure il servizio per Abraham su palla rubata a Cuadrado, con la volata dell’inglese risolta da Danilo con un intervento rischioso, ma pulito. Al 41° l’episodio della possibile svolta, con il marchiano errore di concetto di Orsato: sull’ennesima palla rubata, Abraham è entrato di corsa in area, danzando tra gli juventini, Danilo gli ha spostato il pallone toccandolo sulla gamba d’appoggio facendolo volare, sul rimpallo Mkhitaryan è entrato con lo scavetto per alzare la palla sull’uscita di Szczesny che ha alzato le gambe facendo crollare l’armeno, con la palla che però è finita di rimpallo sulle sue mani e poi ad Abraham che l’ha messa dentro a porta vuota. Ma Orsato s’era affrettato a fischiare un secondo prima per assegnare il rigore, con una sollecitudine inconsueta: in questo caso il rigore è stato penalizzante per la Roma che aveva segnato, oltretutto Veretout ha tirato malissimo dal dischetto consentendo a Szczesny di far esultare lo stadium per la seconda volta, mentre Chiellini (entrato in area con evidente anticipo) impediva il tap in a Mancini.
Nella ripresa la Roma non è riuscita a ribaltare l’inerzia, con la stessa squadra tenuta fino alla fine con l’unica eccezione di Shomurodov mandato in campo a dieci dalla fine al posto di Veretout. La squadra giallorossa ha tenuto bene il campo, ma ha concesso qualche ripartenza alla Juventus, pericolosa con De Sciglio e Bernardeschi (bella sforbiciata al 3°, con Kean a calciare alto la respinta di Rui Patricio, bel diagonale al 18° largo di poco). Al 21° ci ha provato Veretout con un destro a giro fuori di niente, al 28° è stato Viña con uno slalom da attaccante a spaventare Szczesny, salvato dal solito Chiellini. Allegri intimorito è passato al 433, cambiando i due attaccanti e inserendo Arthur per Bernardeschi, Mourinho ha risposto col solito 424 disperato di queste situazioni. Il finale è stato nervosissimo, sono fioccate le ammonizioni e le proteste, soprattutto quando Orsato ha assegnato appena tre minuti di recupero: considerando le sceneggiate, le ammonizioni, i quattro slot delle sostituzioni e persino le teatrali corse per calmare Mourinho e persino per cambiare il fischietto guasto, è sembrato a tutti davvero una provocazione. L’ennesima di una storia sempre uguale a se stessa. Quando la Roma gioca qui.