Il tapiro del Var postumo alla Roma
Di Tonino Cagnucci
Pochi punti chiari: 1) il gol della Juve andava annullato per il fallo di mano di Cuadrado; 2) Orsato avrebbe dovuto concedere la regola del vantaggio per regolamento; 3) la giustificazione che l’arbitro dà a Cristante è grave perché sbagliata; 4) il rigore di Veretout andava ripetuto perché Chiellini entra in area prima del tiro anticipando poi Mancini sulla respinta del portiere; 5) i 3′ di recupero sono pochi; 6) tutti i precedenti 5 punti sono evidenti, non negoziabili, apodittici e nemmeno gravi come un altro punto, che mi sembra il punto: una specie di meta-Var a cui è stata sottoposta la Roma sia domenica sera, sia dopo il derby.
Un non richiesto supplemento “critico” che almeno si spaccia per tale. Una moviola fantasma. Così come tutti i 5 punti di cui sopra, anche il triplo fallo di Hysaj su Zaniolo (trattenuta, spinta e contatto col piede) era chiaro ed evidente (persino ai commentatori di Dazn che nell’intervallo si sono “ravveduti”) ma per confutare l’inconfutabile ecco spuntare l’episodio postumo, la vivisezione in differita, la meta-Var: il fuorigioco di Zaniolo. Che nessuno aveva visto, che nemmeno nessuno aveva presunto, che nessuno ha verificato, che nessuno ha contemplato in diretta (tv e campo) e che pure è diventato il grosso “ma”, la giustificazione per dire «sì ok il fallo c’era ma era fuorigioco». A Torino il corrispettivo del fuorigioco del derby è stato il presunto fallo di mano di Mkhitaryan. La questione non è tanto l’evidenza del tocco di spalla di Locatelli sulla carambola, così come che avvenga in caduta e dopo il fallo di Szczesny, e la chiara involontarietà, ma, appunto, che né in campo, né in tv nessuno abbia minimamente pensato, intravisto, intuito, il presunto fallo, nemmeno Orsato! Così come il fuorigioco del derby è una sottolineatura, un episodio emerso dopo, rintracciato, scovato col lanternino, almeno una mezzoretta dopo la partita per dire «ok il gol forse andava dato, ma c’è un fallo di mano e quindi non vale». Un Tapiro. Una prova fabbricata. E in entrambi i casi con un buon esercito di commentatori pronto a suffragare e a diffondere la tesi. Cioè il fallo di mano di Cuadrado non è stato fatto rivedere nemmeno mezza volta, una cosa invece che resta presunta e che nessuno aveva visto diventa la Grande Spiegazione.
Io credo che quello spazio che va dalla partita alla sua archiviazione negli annali, nelle tv e nei giornali, che è fatto necessariamente di chiacchiere, speculazioni, ricostruzioni, possibili strumentalizzazioni, ci sia perché chi lo occupa si sente legittimato a farlo non solo dai cosiddetti poteri forti, ma anche perché non avverte alcuna forma di resistenza. Se la Roma quando accadono queste cose, e anche prima, venisse difesa senza se e senza ma, io credo che quello spazio si assottiglierebbe. Detto in altri termini: se siamo noi i primi a parlare male della Roma anche quando non se lo merita (ma se lo merita mai?) come puoi pretendere che chi non la ama (se va bene) possa “risparmiarla”? Il fatto grave è che l’altro ieri Allegri, Barzagli e Lapo Elkann (!) hanno detto che non meritavamo di perdere. Non po’ esse che lo dicono “loro” e fosse anche uno di “noi” no. Diventiamo quello che eravamo: uniti, innamorati, invidiati per il sentimento e non per la “portata critica”, torniamo alle basi, al punto 0, al nostro meridiano di Greenwich dell’anima, al Forza Roma che accetta solo un commento: sempre.