Tapparelle
Di Tonino Cagnucci
Traditi, con la foto dei tifosi a Bodø. La Prima di ieri è stata questa perché non te l’aspettavi da questa Roma e da quest’allenatore sconfitte così. Uno degli auspici profondi dell’arrivo di Mouriho era (è) proprio questo: partite simili non capitano, puoi perdere ma ci lasci tutto insieme ai punti in campo. E poi proprio in Conference, cioè in quello che quest’anno dovrebbe essere l’obiettivo per poter tornare a vincere, in quelle competizioni che piacciono persino di più a certi tifosi, che ti fanno andare apposta in 400 di giovedì al Circolo Polare perché è un immenso orgoglio già il solo esserci. 6-1 col Bodø non ha bisogno di nessun editoriale e se sei romanista, a meno che non devi fare per forza un pezzo per il tuo giornale, te ne stai a casa, non senti niente e nessuno, aspetti che il sonno arrivi per stanchezza, tapparelle abbassate e come ogni volta, purtroppo, dopo queste volte qui, rimandi tutto a domani.
Invece oggi ti trovi pure con le dichiarazioni di Mourinho che per tanti sono state peggio della sconfitta stessa: io sinceramente sto ancora abbastanza a pezzi per il risultato però ammetto che anche a me hanno fatto pensare: ma come, un allenatore che ha fatto della comunicazione quasi il suo stile, un tecnico che ha fatto della motivazione, della psicologia, del fare gruppo ed essere squadra-casa-famiglia un marchio, perché dice così? Però forse nella domanda c’è già la risposta: ma secondo voi Mourinho non sa quello che fa e perché lo fa? Io voglio sperare e credere di sì, proprio perché è lui. Avrà-ha sbagliato tutto prima, durante e forse dopo la partita, ma io continuo a vedere in Mourinho un valore assoluto e la pietra miliare del progetto dei Friedkin e non so quanto sia utile dirgli di più oltre al fatto che è stato il primo responsabile per Bodø. Dal primo giorno ha chiesto tempo e ha parlato di progetto, credo che non solo gliene vada dato, ma che debba essergliene dato. E spero non solo per i prossimi tre anni. La Roma 8 partite di campionato fa è arrivata a 16 punti dal 4° posto settima a pari merito col Sassuolo solo per differenza reti, noi partiamo da lì.
Purtroppo proprio l’entità e il modo della sconfitta (che ancor c’offende eccome) fanno sì che per la prima volta dal suo annuncio quel friccicorio, quella specie di sensazione di unità ritrovata è venuta meno. Quando la Roma perde ci sono più sciacalli e iene ridens che lupi. E devi stare attento a cosa dire, ingoiarti perfino un Forza Roma che avresti già voglia di strillare in faccia a ‘sto dolore sportivo e a chi ne gode, perché ben che va sarebbe divisivo, creerebbe fazioni. Eppure al di là del torto o della ragione c’è la Roma e la voglia di andare allo stadio già adesso contro il Napoli, il Milan o il Bodø. Al di là di tutto ci sono i tifosi. Più di qualcuno ha detto o scritto che andrebbero rimborsati, in redazione avevamo pensato anche a un titolo simile: “Rimborsateli” piuttosto che “Traditi”. Oddio, non che il gesto in sé – in quanto fatto verso la gente – sia deprecabile, anzi, ma casomai lo faccia la Roma senza che nessuno lo chieda. Personalmente non ho mai ritenuto il tifoso un cliente, tantomeno chi va giovedì sera al Circolo Polare a vedere la Roma col Bodo in Conference. La Roma non è una questione di soldi, di dare e avere, la Roma è la storia di un amore incondizionato. La notte norvegese più di qualsiasi altro episodio racconta questo. Una medaglia, non un rimborso: risarciteli sul campo i tifosi. Per chiudere verrebbe da di’ Forza Roma ma almeno fino a domani alle 18 non se po fa. Tapparelle.