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News - 02/11/2021

Poco gioco e pochi gol: la Roma di Mourinho adesso è sotto accusa

Meglio che non parlo di arbitri, altrimenti la prossima partita non posso andare in panchina” ha detto José Mourinho due giorni fa, dopo la sconfitta interna della Roma contro il Milan, “agevolato” – secondo l’allenatore – dall’arbitraggio di Maresca. Ma i medesimi concetti lo Special One li aveva usati quando guidava Inter, Real Madrid, Chelsea e Manchester United, ovvero club che avevano storia e peso politico ben superiore, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Una cosa è certa: in pochi avrebbero supposto che, dopo 11 giornate di campionato, la Roma avrebbe avuto meno punti della squadra di Fonseca. Eppure, solo prendendo in esame lo scorso anno, Rui Patricio pare meglio di Pau Lopez, Vina non vale Spinazzola e Dzeko è un profilo totalmente diverso da Abraham, senza contare che Zaniolo era stato sempre indisponibile. Non basta. Sul mercato sono stati investiti quasi 90 milioni, 58 dei quali per Abraham (40) e Shomurodov (18). Naturalmente i numeri non spiegano tutto, ma che ci sia anche una questione relativa al gioco è innegabile. Se la squadra ha il 7° attacco del campionatoAbraham ha segnato appena 2 gol in Serie A e Shomurodov zero, qualche considerazione andrà fatta. Tra l’altro, se l’inglese gode della fiducia di Mourinho (anche se col Milan l’ha sostituito), l’uzbeko nelle gerarchie sembra scivolato dietro a Felix, El Shaarawy e Perez. Intendiamoci, tutto lecito, ma per una squadra che accusa mancanza di ricambi, mandare in tribuna Mayoral (capocannoniere del 2020-21 con 17 reti), Villar (nazionale Under 21) e Diawara (nazionale guineano con 124 presenze in Serie A) sembra un lusso. E negli scontri con le big il bilancio è di 1 punto su 12 disponibili (1 pari e 3 sconfitte). Detto questo, la Roma per ora è in linea con l’obiettivo della qualificazione Champions. Ma parlare solo di arbitri, difficilmente aiuterà a diventare Special.

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