Attacco agli arbitri
Spiegare la mediocrità di certi risultati della Roma solo con le nefaste decisioni degli arbitri è sciocco, sbagliato e anche superficiale, però non si può far finta di nulla. Come sostiene Mou, gli episodi non si compenseranno e per ora si accumulano soltanto. Come riporta Alessandro Angeloni su Il Messaggero, la società è avvolta nel silenzio dei Friedkin e da qualche dichiarazione tardiva del gm Pinto. Una volta si preparavano i dossier, con gli episodi e i punti persi, la Roma – Mou a parte – usa altre strategie, alzando la voce si, ma lievemente. “Ci sono quattro o cinque esempi che sono molto chiari e che ci devono preoccupare. Gli arbitri decidono seguendo criteri opposti ogni volta , è il momento di dire basta “, queste le parole di Pinto il giorno dopo la sfida con il Milan.
Flashback quando la Roma di Zeman era martoriata dalle decisioni arbitrali (biennio ’97-’99), il presidente Sensi decise di affidarsi a Capello perché “più vicino amico del palazzo“. Ecco, fino ad ora abbiamo sempre paragonato la Roma di Mou alla prima di Capello, quella antecedente allo scudetto. Sotto l’aspetto dei punti persi per decisioni arbitrali, sbagliati, Mou sembra più simile a quello Zeman, che al palazzo non piaceva proprio e tutti ricordiamo perché. Il rapporto contrastante tra Mou e la categoria arbitrale non nasce certo a Venezia: lui con il mondo arbitrale s’è sempre scontrato, risultando ‘antipatico’ per quel suo modo sempre sincero di attaccarlo frontalmente, preventivamente.
Gli episodi cominciano a essere troppi, ultimo quello di ieri a Venezia, calcio di rigore fischiato contro per un fallo inesistente di Cristante su Caldara: perché il Var non è intervenuto? Mourinho ultimamente ha scelto la linea del dico e non dico, ma si capisce benissimo: si sente penalizzato. Roma-Udinese, partita antecedente al derby: l’arbitro Rapuano espelle Pellegrini per la gomitata a Samardzic. Le immagini chiariranno che proprio di gomitata non si trattasse. Ma la Roma è appena entrata nel tunnel: giornata successiva, il derby, arbitro Guida. Contestato il gol di Pedro, che nasceva da un fallo di Hysaj in area su Zaniolo. Show di Mou nel post partita, se la prende anche con un delegato della Lega, che non vuole farlo parlare in presenza dei giornalisti ma solo da remoto.
Ed ecco che a Torino contro la Juve succede un po’ di tutto. Orsato, pizzicato dalle telecamere durante un colloquio con Cristante, sostiene che “sul rigore non si dà vantaggio“. Invece davanti a una chiara occasione da gol, si può e si deve. E non è finita, siamo a domenica scorsa: Roma-Milan, arbitro Maresca, poi fermato dall’Aia. Rigore per il Milan, tocco di Ibanez su Ibra. Il Var interviene e conferma, ma le immagini non chiariscono la vera entità del tocco, che sembra non esserci. Poi non viene concesso il tiro dagli undici metri alla Roma per il fallo di Kjaer su Pellegrini, lo stesso fischiato qualche giorno prima a San Siro per lo stesso intervento di Dumfries su Alex Sandro. E non finsice qui…