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News - 09/11/2021

Mancano cinismo davanti e solidità dietro: Roma, bisogna crescere

Una vittoria, due pareggi e quattro sconfitte: è questo il bilancio del mini-ciclo di sette gare in ventuno giorni che ha impegnato la Roma tra la scorsa sosta per le nazionali e quella attuale. Una serie di partite impegnative, che hanno visto gli uomini di Mou affrontare tre big-match (contro Juventus, Napoli e Roma) e che hanno portato in cascina soltanto 5 punti sui 21 disponibili.

Scrive Lorenzo Latini, il dato che balza immediatamente agli occhi è che, in sei di queste partite, Pellegrini e compagni sono andati in svantaggio. L’unica eccezione è rappresentata dallo 0-0 casalingo con il Napoli, senza dubbio la migliore prestazione fornita in queste tre settimane; una prestazione che però non è bastata a portare a casa la vittoria. In tutti gli altri impegni, i giallorossi si sono trovati a inseguire, trovandosi in tre occasioni già sotto prima del 20′. È accaduto a Torino con la Juventus (gol di Kean dopo 16′) e, al netto di una gara ben condotta e fortemente condizionata dal gol di Abraham non concesso da Maresca, la Roma non è riuscita a recuperare. A Bodo, nella disfatta di Conference League, dopo 20′ eravamo sotto di due gol. Dopo aver accorciato con Carles Perez ed essere andati al riposo sul 2-1, i giallorossi sono letteralmente crollati nella ripresa. Un gol in avvio è arrivato anche due giorni fa a Venezia, con Caldara a portare in vantaggio i suoi dopo appena 3′; in quel caso Abraham e compagni sono riusciti a ribaltare l’incontro prima dell’intervallo, ma ancora una volta l’arbitro ci ha messo del suo, concedendo ai veneti il rigore che ha cambiato le sorti dell’incontro. Quello di Aureliano è solo l’ennesimo errore arbitrale perpetrato ai danni dei giallorossi, che però non sono esenti da colpe. La Roma è stata costretta a inseguire anche nel ritorno all’Olimpico con il Bodo/Glimt, riuscendo a rimontare due volte lo svantaggio, e anche qui la direzione di gara ha fatto la differenza (due falli di mano in area norvegese non ravvisati); quattro giorni prima, contro il Milan, eravamo andati sotto al 25′ e a inizio ripresa l’ennesimo rigore generoso contro (trasformato da Kessié) ha reso vano il gol allo scadere di El Shaarawy.

L’ironia della sorte vuole che proprio quando la Roma ha subìto lo 0-1 più tardi, sia poi riuscita a vincere: parliamo della trasferta di Cagliari, quando il gol di Pavoletti al 52′ ha svegliato i giallorossi. Prima un’inzuccata di Ibañez, quindi la pennellata su punizione di Pellegrini, hanno regalato i tre punti alla banda di Mou. Quella della Sardegna Arena è l’unica vittoria raccolta dalla Roma tra il 17 ottobre e il 7 novembre. Il confronto con lo stesso segmento tra settembre e ottobre lascia il tempo che trova, visto anche il differente valore degli avversari affrontati nelle ultime sette gare, ma tra il 12 settembre e il 3 ottobre i giallorossi avevano raccolto 15 punti, frutto di cinque vittorie (contro Sassuolo, CSKA Sofia, Udinese, Zorya Luhansk ed Empoli) e due sconfitte (Verona e derby).

Difesa da registrare

Tante occasioni sprecate, ma anche una fragilità difensiva che ha portato gli uomini di José Mourinho a chiudere la gara con la porta imbattuta soltanto contro il Napoli nel periodo in esame. In totale, Rui Patricio ha incassato 15 reti in sette partite, per una media di 2,14 gol subiti ogni 90′: decisamente troppo, per una squadra con ambizioni europee. L’ennesimo stop di Smalling e la mancanza di ricambi all’altezza dei titolari hanno contribuito ovviamente, ma non bastano a giustificare questo rendimento. Sul dato pesa il 6-1 rimediato in Norvegia, ma anche quello fa media. Le cose erano andate decisamente meglio tra settembre e ottobre: 8 le reti subite, ben 17 quelle realizzate. Nell’ultimo mese invece, a fronte dei 15 gol concessi, la squadra giallorossa ne ha messi a segno 8, per una media di (media di 1,14 a partita). Insomma, Mourinho ha il suo bel daffare; del resto, il tecnico portoghese lo aveva messo in conto, chiedendo tempo fin dal giorno della sua presentazione. Gli automatismi di squadra devono ancora essere ben oliati: dietro si dovrà concedere meno, davanti ci vorranno maggior cinismo e freddezza. Il bilancio di queste tre settimane non può che essere negativo, al netto delle nefandezze degli errori arbitrali, ma la stagione è lunga e c’è ancora tempo per registrare tutte le cose che finora non hanno funzionato.

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