Mihajlović: “Contro la Roma senza paura. Mou mi è stato vicino nella malattia”
L’allenatore del Bologna, Siniša MihajloviÄ, ha risposto alle domande dei giornalisti nella consueta conferenza stampa pre-partita. Il tecnico serbo si è detto pronto per la gara contro la Roma, in programma domani alle 18.30 allo Stadio Dall’Ara, e ha parlato del rapporto con il tecnico giallorosso José Mourinho. Queste le dichiarazion rilasciate.
Contro la Roma sarà per il Bologna una prova di maturità?
“Sicuramente è una partita importante. Abbiamo pareggiato a Bergamo, perso con l’Inter e le partite con Milan e Napoli, a decisioni arbitrali invertite, avremmo potuto vincerle anche noi. Domani giochiamo in casa, abbiamo una buona classifica, e affrontiamo una squadra forte con un grande allenatore. Spero in uno stadio pieno, perché il tifo per noi è importante. Non sappiamo quello che succederà ma se dovessimo vincere andremmo a un punto dalla Roma e manterremmo la classifica. La nostra mentalità è quella di rispettare ogni avversario, affrontandolo senza paura”.
Ogni giocatore sembra mostrare spirito di squadra. Sei d’accordo?
“Loro che sono in campo sicuramente percepiscono maggiormente questa cosa. La squadra ha trovato un suo equilibrio, difende bene senza rinunciare a creare e ad attaccare, i nostri concetti in fase di possesso non sono cambiati. Poi quando arrivano i risultati positivi, si viaggia sulle ali dell’entusiasmo. L’atmosfera che c’è si percepisce tanto anche durante la settimana: il prodotto finale è la partita della domenica, ma non arriva per caso. Dietro c’è tutto quello che si vive durante la settimana, il lavoro sul campo, l’allenamento e l’atmosfera”.
Caratterialmente cosa ti accomuna a Mourinho?
“Lui è un grande allenatore e una grande persona. Siamo amici, ogni tanto ci sentiamo e sono molto contento di vederlo domani. Mi è quasi sempre stato simpatico, solo all’inizio abbiamo bisticciato. Mi è sempre stato vicino, anche e soprattutto nel momento della malattia e questo non lo dimentico. Veniamo da due paesi in cui la furbizia e la lealtà la fanno da padrone nei caratteri della gente, quindi qualcosa in comune c’è”.
Perché all’inizio ci fu un litigio?
“Mi ricordo che col Catania, contro l’Inter del triplete, vincemmo noi. Poi quando arrivò a Roma lui disse qualcosa contro di me e io risposi che non potevo parlare con uno che non aveva mai giocato a calcio ad alti livelli. Alla fine però ci siamo chiariti, siamo rimasti amici. Quando sono diventato nonno mi ha scritto che non vedeva l’ora capitasse anche a lui e io gli ho risposto che per diventare nonno c’è sempre tempo”.
Quel Bologna-Roma dell’anno scorso è forse la partita più da cancellare?
“Sì, può capire quando si gioca queste squadre contro le quali bisogna sempre fare la partita perfetta. Ogni gara è una storia a sé, non dobbiamo credere di poter fare sempre il meglio ogni volta”.
Sul rapporto con Arnautovic?
“Siamo due serbi, il rispetto parte da là. Tifiamo tutti Stella Rossa, e tra serbi si è tutti molto legati. Con lo Spezia non volevo tirasse lui la punizione, e lo ha sentito, alla fine siamo stati fortunati perché abbiamo preso il rigore e lui ha segnato, ma sulla punizione avevo ragione: il tiro era una ciofeca. Lui è un leader, i ragazzi si sentono forti con lui in campo. È anche agevolato perché parla quattro o cinque lingue. Da lui è però mi aspetto sempre di più”.
E’ un campionato difficile?
“In ogni partita per vincere bisogna sputare sangue. Anche gli anni scorsi era così ma quest’anno ancora di più. Questo è anche il bello del campionato italiano che forse non è il migliore al mondo, ma sicuramente il più difficili. Chi allena in Italia farà sempre bene all’estero, viceversa è più difficili per chi arriva qui ad allenare o giocare senza averlo mai fatto prima. Ci vuole tempo per adattarsi”.
Qual è il prossimo step che si aspetta dalla squadra?
“Ci sono tante cose che dobbiamo migliorare. Settimana scorsa ho chiesto qualità, spietatezza e precisione. Per quanto riguarda la fase offensiva, per esempio, concretizziamo poco rispetto a quanto creiamo. Ci sono poi altre diverse cose che si possono migliorare”.
Come sta De Silvestri?
“Non so se riesco a recuperarlo per domani. Ieri ha fatto una parte di allenamento con noi, vediamo come reagisce oggi. Se non dovesse essere pronto per domani, lo sarà sicuramente per mercoledì”.
Molti giocatori stanno facendo gli straordinari da inizio campionato. La crescita della squadra deve passare anche da chi sta giocando meno?
“Il problema è quando non giocano, non quando giocano. Non gli si chiede di andare a lavorare in miniera. Per quanto riguarda chi sta giocando meno, per esempio Viola, prima gli si chiede di tornare in condizione. Lui si sta allenando, sta migliorando di condizione. Dominguez invece è diffidato e a centrocampo siamo corti. Però Svanberg e Dominguez per ora stanno facendo bene. Sono ragazzi giovani, possono fare gli straordinari senza problemi”.