Con Mourinho per la Roma: forte coesione tra il tecnico e la squadra
Da quel 2 luglio 2021, quando José Mourinho ha messo piede per la prima volta a Roma da nuovo tecnico giallorosso, sono passati poco meno di 6 mesi. Lo Special One è atterrato nella Capitale con l’obiettivo di riportare il Club ai massimi livelli nazionali e di farlo crescere in ambito europeo. In questo breve periodo di tempo, l’allenatore di Setúbal ha intrapreso una strada ben precisa per arrivare agli scopi promessi ai Friedkin alla firma del contratto: quella di creare un gruppo di uomini fedelissimi nel quale instaurare la mentalità vincente tipica di una grande squadra.
In occasione del 59esimo compleanno di José Mourinho, si è visto quanto la strada intrapresa stia dando i primi effetti sperati: il 26 gennaio, negli spogliatoi del Centro Sportivo “Fulvio Bernardini” di Trigoria, tutto il gruppo squadra ha fatto trovare per l’occasione una torta per festeggiare il proprio mister. Vedere tutti i calciatori in piedi e applaudire lo Special One è la dimostrazione di quanto forte sia la coesione tra chi scende in campo e chi li guida dalla panchina. Anche Ebrima Darboe, attualmente impegnato nella Coppa d’Africa con il suo Gambia, non è voluto mancare al compleanno di Mourinho: il centrocampista, infatti, ha virtualmente preso parte alla festa in videochiamata.
La prima fetta di torta di compleanno Mourinho, troppo concentrato sul lavoro, l’ha donata a Lorenzo Pellegrini in quanto figura chiave negli equilibri della squadra. Sul suo capitano, infatti, lo Special One non ha mai fatto mancare la fiducia, spendendo in molteplici occasioni parole al miele. Lo scorso 25 agosto, durante una conferenza stampa, il tecnico si è espresso così: “Se avessi tre Pellegrini, li farei giocare tutti insieme”. Un’investitura importante per il classe 1996 che, per ora, non ha mai smesso di ripagare la stima del portoghese sul campo.
La tecnica usata da Mourinho per creare una forte coesione tra lui e i suoi uomini è quella del bastone e della carota. Un chiaro esempio di questa filosofia può essere il rapporto che il boss ha instaurato con Marash Kumbulla. L’albanese è stato uno dei colpevoli della disfatta di Bodø e, per questo motivo, ha dovuto guardare le partite seguenti della Roma direttamente dalla tribuna. Una severa punizione, quella assegnata da Mourinho, ma che ha avuto come effetto un notevole miglioramento delle prestazioni del difensore. Dopo la partita di Coppa Italia contro il Lecce, in cui il numero 24 è andato a segno, Mourinho ha speso queste parole a riguardo: “Kumbulla ora sta giocando bene. Due o tre mesi fa non aveva la mia fiducia totale, ora l’ha conquistata con il lavoro”.
Nei primi mesi in terra sampietrina, José Mourinho ha avuto modo anche di creare un forte legame con i giovani della Primavera. Sono tanti i calciatori che hanno fatto il salto dalla squadra allenata da Alberto De Rossi, fino al debutto tra i grandi sotto la guida del tecnico. Tra tutti, Felix Afena-Gyan è colui che più ha colpito lo Special One grazie alle sue qualità e al suo impegno costante. L’attaccante ghanese è stato mandato in campo per la prima volta nella trasferta vinta in rimonta dalla Roma contro il Cagliari, nella quale ha fatto vedere la voglia di dar tutto per la maglia. “Eternamente grato. Farò in modo di renderti orgoglioso”: queste sono state le parole del classe 2003 rivolte a Mourinho dopo il debutto in Serie A. Da lì in poi, Felix si è conquistato un posto fisso in prima squadra, riuscendo a prendere spazio nelle gerarchie del tecnico. Il rapporto tra i due può essere rappresentato al meglio dalla promessa mantenuta dal mister che ha regalato un paio di scarpe al proprio calciatore dopo la doppietta vincente contro il Genoa.
Questi tre esempi racchiudono perfettamente come Mourinho stia costruendo il suo team, puntando sul legame tra uomini e staff. Il processo di coesione non è stato semplice ma, dopo aver tagliato alcuni rami secchi, sta dando i primi riscontri. La squadra è con Mourinho; e questo è solo il primo passo per porre delle solide basi su cui costruire la Roma che verrà.