Il mercato di gennaio divide i tifosi: «Si poteva fare di più», «È stato intelligente»
La Roma, scrive Gianluca Lengua, ha messo a segno il secondo mercato migliore in Serie A dopo quello della Juventus, ma l’assenza della ciliegina sulla torta (il regista) ha reso l’ultimo giorno di trattative più amaro. Alle ore 20 di ieri – quando si è concluso ufficialmente il periodo di mercato invernale – i social sono stati invasi di commenti per giudicare l’operato giallorosso: a regnare è un generale scetticismo, non tanto sui due acquisti portati a Trigoria (Oliveira e Maitland-Niles), quanto sulla competitività della squadra e la reale possibilità che riesca a centrare l’obiettivo Champions. José Mourinho durante la prima parte del campionato non ha nascosto il suo malcontento guardando la panchina, il risultato è che i giocatori giudicati inidonei a vestire la maglia della Roma sono stati ceduti (Mayoral, Villar, Calafiori e Fazio) e ne sono entrati altri che integrano la rosa e aumentano le possibilità di scelta dell’allenatore. Sul finale, però, non è andata in porto la cessione di Diawara che avrebbe potuto aprire le porte a un regista: «Questa storia che un giocatore blocca l’arrivo di un altro non regge. Se avessero voluto prendere un calciatore lo avrebbero fatto, evidentemente non si poteva o non serviva», si legge tra le centinaia di commenti. Sia in radio che sui social network, il pensiero quasi unanime è che qualcosa in più si sarebbe potuto fare, ma che non c’è stata la volontà (o la possibilità) di farla. Anche perché alcuni obiettivi che inizialmente aveva puntato la Roma, effettivamente si sono mossi o erano in procinto di farlo: da Ndombele (Lione), Kamara (sceglierà la Premier a giugno), Nandez (era disponibile a lasciare il Cagliari). «Visti i tanti calciatori sul mercato a gennaio si doveva fare di più. Parlare con l’agente di Diawara della sua cessione il 28 gennaio è follia. Bisognava già a dicembre trovare una squadra. Un ds non può lavorare solo il mese di gennaio e quello di agosto», «Oliveira ottimo giocatore come Niles, ma non bisogna pregare un giocatore di andare via per comprarne un altro se c’è bisogno. La società deve investire se vuole tornare nei primi quattro posti. Non ci sono più scuse». C’è anche un’altra faccia della medaglia, quella dei tifosi soddisfatti o comunque certi che in estate sarà vera rivoluzione: «La situazione era ed è difficile. Il bilancio è questo e si è fatto quello che si è potuto. Poi, ci sono Under e Pau Lopez venduti perché raggiunto le presenze minime, Pastore, Juan Jesus, Nzonzi e Fazio lontati da Trigoria. Tutto questo mi fa sperare che dal prossimo anno vedremo un altro mercato», «Pinto ha preso due giocatori nei ruoli che Mourinho desiderava e sono arrivati già a metà gennaio. Poi ha rescisso il contratto con Fazio e mandato via chi non faceva parte del progetto», «Va bene così, si acquista solo se vale la pena farlo, quanti casi Florenzi, Fazio, Diawara vogliamo subirci? La Roma ha già una squadra che può competere con tutti», «È stato un mercato low budget, ma intelligente e soprattutto tempistiche perfette, non so se senza i nuovi innesti sarebbero arrivati i sei punti nelle ultime due». A Tiago Pinto l’ultima parola: oggi alle 15 in conferenza stampa svelerà alcuni retroscena delle trattative invernali e certificherà i reali obiettivi del club a lunga gittata.