Giannini: “La Lazio è più squadra, la Roma è Mourinho.
L’ex giocatore e capitano della Roma Giuseppe Giannini ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine del Messaggero , nella quale ha risposto a 10 domande che sono state poste sia a lui sia a Cristiano Bergodi. Ecco alcune delle sue risposte:
Cos’è il derby?
“Se dovessi scegliere una parola, direi passione. E carattere, se non ce l’hai, non è facile sopravvivere. Io non volevo mancare mai. Ho visto tanti calciatori bruciarsi da queste parti. Gente che in allenamento faceva il fenomeno e poi entrava all’Olimpico e non la strusciava mai. Penso ad Hassler, a Trigoria era meglio di Baggio, in partita evaporava. Poi, sfottò, che non può mancare. Vi racconto un aneddoto. Novembre 1992, segno alla Lazio. Ho voglia di esultare sotto la Nord, come Chinaglia, come Di Canio. Avevo fatto una scommessa con un amico laziale. Segno e parto, sta per cominciare il giro di gioia che mi porta verso la Nord. C’è uno che mi trattiene per i capelli, dove vai, mi dice. Era Tempestilli. Mi ha fermato sul più bello, ma lo avrei fatto, sì che lo avrei fatto”.
La partita indimenticabile?
“Facile, il 3-0 con Mazzone contro la Lazio di Zeman. Vede, dico questo anche se non feci gol. Per me contava sempre e solo il risultato della Roma, non quello che facevo io. Alla fine della stagione, me ne andai, con tanti rimpianti, ma con Sensi non ci siamo mai presi granché. Vi svelo una cosa: ebbi l’opportunità di tornare, anni dopo, il presidente mi disse: “vai a parlare con Baldini, una soluzione la troviamo”. Ma io fui troppo orgoglioso e la cosa non andò in porto”.
Quella che rigiocherebbe?
“Anche qui, molto facile. Quello in cui sbagliai il rigore procurato da un giovanissimo Totti, sull’1-0 per loro. Lo rigiocherei domani”.
Come arrivano le due squadre?
“Non la vedo benissimo per la Roma. La Lazio mi sembra più squadra, mentre la Roma è Mourinho. Non è poco, certo, ma a volte non basta. Lui è un grandissimo allenatore, anche sprecato per questa squadra. Non mi sembra la sua Roma, ha bisogno di ritoccarla. Non l’ha costruita lui e nel tempo, con certe dichiarazioni, l’ha fatto anche capire ampiamente. Poi ha calciatori forti, come Pellegrini, Zaniolo, Abraham e la partita la può vincere lo stesso. Ma ripeto, la Lazio mi sembra più pronta”.
Chi deciderà la sfida?
“Se devo fare un nome, dico Pellegrini. Non so se Lorenzo sia il nuovo Giannini. Mi sembra un bravo ragazzo, bisogna capire che valenza abbia nello spogliatoio, se è ascoltato, se incide. Come calciatore siamo diversi, lui mi sembra un Perrotta molto più tecnico. Zaniolo, invece, ho l’impressione che non abbia ancora capito in che ruolo renda di più. Gli ho visto fare l’esterno, la mezz’ala, l’attaccante. A volte usa troppa forza e non c’è bisogno, deve equilibrare le sue giocate per diventare un grande calciatore. I mezzi ce li ha”.
Chi toglierebbe agli altri?
“Ciro Immobile, nessun dubbio”.
Cosa ha di unico la sua squadra?
“Direi il senso di appartenenza”.
Un pronostico?
“Pareggio, sono scaramantico”.