La squadra corre e va. A Napoli altro esame
Di Sandro Bonvissuto – Se mi fai giocare su un campo normale a una temperatura umana e non sottozero, i valori si ripristinano e poi va tutto bene, perché non è possibile che ci siano nel circuito europeo delle trasferte del genere, che non sono semplici per nessuno. Il Bodø è un fenomeno che abbiamo creato noi fino ad un certo punto; non perdevano da agosto, e qualcuno mi ha detto che non perdevano con due gol di scarto da 3 anni. Ma la partita è stata perfetta, totale aggressività in tutti i reparti, senza mai far ragionare l’avversario, continui cambi di gioco per annullare il pressing. In un certo senso il replay del derby recente, compreso il primo gol che nasce sugli sviluppi di un calcio d’angolo, perché la notizia è che ora sulle palle inattive la Roma è micidiale.
Secondo gol da manuale del calcio: palla avanti, palla indietro, palla avanti, rete. Al 28′ terzo gol: Zalewski riscrive la storia della fascia sinistra e manda in porta Zaniolo che segna con lo scavetto. E poi poco dopo l’inizio del secondo tempo ancora il 22 che timbra, su invito di Cristante, e incastra una bomba assurda all’incrocio opposto ignorando completamente Abraham al centro dell’area. Alla fine il risultato è anche stretto, la Roma mostra una volta ancora il suo gioco di adesso, fatto di pochi passaggi, Zaniolo se è in giornata non è marcabile, cioè non gli puoi manco correre vicino, e quelli del Bodø devono ancora mangiare tante pagnotte di pane nero, soprattutto in Europa, e noi ci godiamo la terza semifinale in quattro anni.
Ci aspetta il Leicester, che non è la squadra di qualche anno fa, ma lo sappiamo, le inglesi mettono sempre paura, sempre. Tutti bravi, mi ha fatto impazzire Karsdorp che incitava il pubblico, e il Mister quando ha parlato di giocare la partita sul nostro campo e con la nostra gente. E poi sono stato felice che non ci fosse il VAR così abbiamo potuto esultare ai gol senza quella sensazione schifosa del “mo cioo levano”, che si diffonde quando gli arbitri cominciano a parlarsi nelle cuffie. E poi Olimpico pazzesco, un luogo dove sta avvenendo sotto ai nostri occhi un autentico ricambio generazionale, di giovani che vogliono cantare per la Roma.
Ora c’è il Napoli a Napoli, partita tosta; gli avversari vengono da uno scivolone grave, giocano bene, hanno una difesa fortissima, e noi non vinciamo con loro da tre anni. La partita d’andata fu bella, mi ricordo Abraham che manda fuori di poco su invito di Cristante, e poi Ibañez e Mancini che si addobbano sul palo per impedire a Osimhen di segnare. Allora, si tratta di cinque mesi fa, loro erano più squadra di noi, sarà interessante vedere a che livello sono gli equilibri adesso. Diciamo che ci prenderemo quello che verrà, perché è Pasquetta, perché stiamo ricostruendo tutto, perché ci vorrà il mercato di questa estate per completare la rosa a disposizione del Mister, perché se tutto va bene finiremo il campionato con almeno 10 punti in più rispetto al precedente (con un girone d’andata dove, per via di diverse discutibili decisioni arbitrali, la Roma si è vista sottrarre più di qualche cosa), e perché siamo della Roma. Daje.