The S-Wall-ing
A Roma c’è ancora grande euforia per l’accesso alla finale di Conference League, che vedrà i giallorossi opporsi al Feyenoord mercoledì 25 maggio a Tirana. Un traguardo atteso 31 anni da quella doppia finale in Coppa UEFA contro l’Inter, con l’auspicio che l’esito – ovviamente – sia differente. In una partita emozionante come quella di giovedì sera, dove i calciatori hanno veramente dato tutto in campo, non si può non dedicare un capitolo a parte a Chris Smalling.
Mourinho lo aveva allenato ai tempi del Manchester United e sapeva già che sarebbe diventato un elemento imprescindibile nella sua nuova avventura alla Roma. Tuttavia, l’inizio di stagione non è stato positivo non tanto per le prestazioni dell’inglese, quanto per la sua tenuta fisica, che non gli ha permesso di esprimersi al massimo con continuità.
La versione 3.0 di Smalling (è al suo terzo anno alla Roma) sembra essere la migliore. Difficile ricordare una prestazione sbiadita di Smalling nel 2022, forse quando si è perso Dzeko in marcatura nei quarti di finale di Coppa Italia contro l’Inter, per il resto bisogna veramente andare a “spulciare” ogni partita per trovare errori grossolani da parte dell’inglese.
Nella doppia sfida contro il Leicester, Smalling è stato il leader incontrastato della difesa, respingendo di testa diversi traversoni delle Foxes e annullando Vardy, altro big che si aggiunge alla lista degli attaccanti fermati nel corso della sua parentesi romana (con tanto di meme in suo onore, come quello classico in cui si vede Smalling prendere in braccia un bambino che, ogni volta, ha le sembianze dell’attaccante in questione).
Oltre alla forza individuale, un altro merito di Smalling è quello di migliorare i suoi compagni di reparto Mancini e Ibanez. Con l’inglese in campo a guidarli, infatti, le loro prestazioni sono di un’altra caratura rispetto ai momenti quando sono in campo senza di lui, come se la sola presenza di Smalling possa infondere loro sicurezze nelle giocate.
A mente fredda, come dichiarato da Mourinho nel post gara, la Roma ha giocato bene e meritato il passaggio del turno. Il Leicester non ha mai dato veramente l’impressione di poter abbattere il muro giallorosso, con Smalling e compagni che hanno concesso qualche conclusione da fuori alle Foxes, peraltro decisamente velleitarie.
Prima di pensare alla finale del 25 maggio, c’è un campionato da concludere al meglio e, se possibile, archiviare già lunedì a Firenze. Con un successo, infatti, la Roma avrebbe la certezza di chiudere la stagione almeno settima, posizione che le garantirebbe i playoff di Conference League. Per l’Europa League, invece, le vie sono due: quinto o sesto posto in Serie A oppure quell’altra cosa che tutti sognano. Con questo Smalling, però, nessun traguardo è precluso.