Mou, la quinta sinfonia
La parola chiave è curiosa: “Dimenticare”. José Mourinho evoca un verbo che porti quasi a una cancellazione del passato, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Ciò che è stato non conta niente. Vale solo il presente, e tutto il futuro che si potrà modellare grazie a esso. “Dobbiamo dimenticare il fatto che potremmo vincere il nostro primo trofeo Uefa – spiega proprio al sito dell’organizzazione calcistica europea -. Occorre trattare una finale come una partita secca che porta pressione, tensione e senso di responsabilità. Serve solo pensare alla finale e all’avversario che affrontiamo”.
Mourinho avvisa: “Il Feyenoord è un grande club, che ha tradizione e per arrivare fino a Tirana ha eliminato una squadra come il Marsiglia. Si può solo riconoscere i loro meriti”. 25 i trofei vinti dallo Special One, di cui 4 al livello europeo nelle 7 finali disputate finora. Ovvero: una Coppa Uefa, due Champions e una Europa League.
Il portoghese non snobba la finale di Tirana.“Ogni nuovo traguardo significa più del precedente. Vincere il primo può succedere facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto. Vincere la seconda volta è più difficile della prima volta e vincere la terza volta è più difficile della seconda. Una cosa è raggiungere il successo e vincere in un determinato periodo di tempo, un’altra è farlo per tutta la tua carriera“.