Adesso portatela ad Ago
Di Tonino Cagnucci – Sto scrivendo su Whatsapp a una fila dal campo, settore E 108 fila qualcosa e non so se quello che scrivo arriverà al giornale. Non so quello che scrivo. So che ho amato tutti, tutti. E oggi amo tutto. Ogni viso incontrato qui a Tirana, ogni sguardo che insieme pregava per la vittoria e la pretendeva per quella che è la nostra storia, ogni occhio lucido come i miei ogni mezza volta il discorso si faceva un minimo più approfondito rispetto al respiro pesantissimo che faceva fatica a uscire fuori. Ci ricorderemo per sempre questi giorni in Albania, come un tempo sospeso e uno spazio altro, come il giorno in cui qualcosa è tornato a posto. Un giorno bello della nostra vita.
A un certo punto alle 20.27 sul tabellone di questo stadio magico hanno messo in onda “You’ll never walk alone” poi ho visto un ex giocatore della Lazio portare la coppa. A noi. A quel punto è stata l’ultima piega del tempo, come essere usciti da un buco nero per riveder non le stelle, ma semplicemente il cielo; noi che da 31 anni aspettavamo qualcosa ma che da quella notte del 1984 aspettiamo una cosa: un regalo da portare a una persona. A una bella persona. A un capitano. Quando si vince si fanno le dediche dopo che le ha fatte a te stesso (ma senza dirlo a nessuno).
Questa vittoria è per tutti ma solo per tutti quelli che hanno sempre amato la Roma, senza indugio, senza esitazione, senza dubbio, senza sputtanarla, senza aspettare il momento di avere ragione; per quelli che si sono messi a tifare per un pareggio tra Sassuolo e Fiorentina in una partita di campionato a mezzogiorno perché così la Roma quel giorno sarebbe stato ottava e non decima, per vedere il meno possibile sputarle veleno addosso.
Per chi negli Anni 90 era a Reggio Emilia o a Cremona per uno 0-0 non per chi andava a vedere Messi in Champions League. Per chi ha amato la Roma di Testaccio. La Roma di sempre. Questa vittoria è dedicata a chi non aveva bisogno di questa vittoria per tifarla, a chi la Roma la tratta come un figlio, a chi ieri i figli non li ha potuto abbracciare, a chi non c’era, a chi non poteva più starci: è dedicata alla Roma perché è lei che ci dà tutti quegli abbracci che ci mancano. E allora adesso portatelo ad Ago questa coppa. Abbiamo sfondato il muro Ago. La maledizione è vinta e c’è chi ieri ha portato la tua figurina in tasca fino a Tirana. Alzala Capitano questa Coppa Europea. Sto scrivendo con Whatsapp e non c’è internet, chissà se t’arriva questo messaggio. Ora sorridi con noi.Quanto cazzo te la meritavi. Quanto cazzo ce la meritavamo.