Il viaggio di Karsdorp, locomotiva olandese
Da Rotterdam alla Roma, dal Feyenoord alla Capitale, passando per Tirana. Sembra uno scherzo del destino, eppure la carriera di Rick Karsdorp è legata indissolubilmente a alle due squadre e, di riflesso, alle tre città. Karsdorp inizia il suo percorso calcistico nel settore giovanile del Feyenoord, dove fa gavetta: parte dalle giovanili, per poi passare all’Under 17 nel 2011 e, solo un anno dopo, all’Under 19. Nel 2014 inizia a giocare con la prima squadra, dove, il 24 agosto, esordisce all’80° contro l’Utrecht, al posto di Joris Mathijsen. Nella prima stagione tra i grandi, a vent’anni, gioca 25 partite (20 in Eredivisie, una di qualificazione in Champions e 4 in Europa League), partendo titolare in 16 occasioni (14 in campionato e 2 in coppa) e riuscendo anche a realizzare 2 assist. Coincidenza vuole che proprio quelle due partite da titolare siano contro La Roma di Rudi Garcia.
La seconda stagione tra i grandi (15-16) è quella della svolta: gioca 35 partite su 36 da titolare e fornisce 10 assist. Riesce anche ad alzare il suo primo trofeo da professionista, vincendo la KNVB Beker (la coppa nazionale olandese) contro l’Utrecht, la squadra contro cui ha esordito. L’ennesima coincidenza.
Stagione 16-17, l’ultimo anno al Feyenoord prima del trasferimento alla Roma, il migliore fino ad ora: 43 partite giocate, 7 assist e il suo primo gol tra i professionisti. A questo bottino va aggiunto il campionato vinto all’ultima giornata con un punto di vantaggio dalla seconda, l’Ajax. Quest’ultima ha concentrato le energie per arrivare in finale di Europa League, dove perderà contro il Manchester United di José Mourinho. In quella partita segna Mkhitaryan, su assist di Smalling. Quella estate Karsdorp viene acquistato dalla Roma per 14 milioni più 5 di bonus. Il terzino arriva nella Capitale già infortunato: viene operato al menisco, 3 settimane di stop e niente preparazione estiva. Torna in campo solamente alla decima giornata, dove debutta in un Roma-Crotone allo stadio Olimpico che finisce 1 a 0 (gol di Perotti). L’olandese gioca fino all’82°, quando viene sostituito dopo aver preso una botta. Zoppica, ma non sembra niente di serio. In serata la doccia fredda: rottura del legamento crociato anteriore, stagione finita e seconda operazione in un anno. Dal campionato vinto col Feyenoord a una stagione con una sola, fatale presenza, costretto a guardare dalla tribuna la cavalcata della Roma in Champions fino alla semifinale contro il Liverpool.
La stagione successiva, 18-19, è la classica post-crociato: 13 partite saltate per infortunio, 14 da titolare, senza bonus. Karsdorp è ormai sfiduciato, e cerca quindi di fare quello che chiunque farebbe nei momenti più bui: tornare a casa. La Roma approva il prestito al Feyenoord per la stagione 19-20, nella quale l’olandese, magari grazie anche all’aria a lui familiare, ritrova la via del gol (ne segna 2) e dell’assist (ben 5). Non mancano tuttavia le noie muscolari (in particolare all’inguine) che gli fanno saltare ben 12 partite. Un anno dopo ritorna a Roma dove, sicuro delle sue potenzialità, cerca di giocarsi un posto da titolare, e ci riesce, sia con Fonseca sia con Mourinho: 96 partite su 108, 1 gol e 13 assist. Nella stagione appena terminata ha giocato 4.082 minuti, il terzo giocatore di movimento più utilizzato tra i giallorossi. Il cerchio della storia di Rick, come in Tenet, si chiude con un trionfo, ma questa volta con la Roma: la Conference vinta proprio contro il Feyenoord, la squadra che lo ha cresciuto e poi rilanciato.