Mou blinda la Roma. A porte chiuse e nel silenzio totale
Mentre la Serie A, lentamente sgrana le prime dichiarazioni dei propri tecnici, non passa inosservato, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, che Mourinho dica: “Parlerò solo il 13 agosto“, cioè alla vigilia dell’inizio del campionato. Lo ha affermato allo sbarco a Fiumicino dopo le vacanze, ma il suo è stato solo il primo passo di una strategia più a lungo raggio, che forse solo oggi potrebbe essere parzialmente interrotta. Ovvero, per decisione dello Special One la Roma che sta nascendo finora è stata completamente blindata.
Che gli allenamenti siano a porte chiuse ormai non è più una sorpresa (in quasi nessuna squadra di vertice) che persino le prime amichevoli non si possano vedere non è un fatto nuovo (alla Roma era già successo anche lo scorso anno), ma che lo stesso club non possa produrre foto di lavoro è quasi una primizia. Persino i video, da dove tanti hanno rubato fotogrammi, si sono fermati sulla soglia del terreno di gioco, nonostante le tante assenze (mancano i nazionali) e la fisiologica incompletezza della rosa non possa lasciar spazio a insegnamenti tattici di grande profondità. Eppure Mourinho ha scelto questa strada. Per quale ragione? Ci sentiamo di dare due spiegazioni. La prima è estremamente pragmatica. Viste le assenze di tanti fra quelli che comporranno la nuova rosa (i nazionali ancora in vacanza, ma anche gli acquisti che arriveranno), al gruppo di prima squadra sono stati aggregati tanti giovani della Primavera. Naturalmente assai talentuosi, ma il tecnico portoghese non gradisce che abbiano una sovraesposizione mediatica eccessiva, non in linea col ruolo che saranno a ricoprire nella prossima stagione. Anche questa, in fondo, è una forma di tutela, che Mourinho esercita a modo suo. E visto che in carriera le sue metodologie gli hanno portato in dote ben 26 titoli, la società giallorossa ritiene opportuno dargli fiducia.
Il secondo motivo, che riguarda le conferenze, è più sottile eppure comprensibile. Lo Special One ritiene (non a torto) che qualsiasi domanda rivolta sia a lui che ai calciatori giallorossi verterebbe essenzialmente intorno a due argomenti: il mercato e quanto sia stato bello per la Roma tornare a vincere dopo 14 anni di astinenza. Ebbene, il rischio è che sul primo argomento ogni dichiarazione possa essere utilizzata in modo non consono (pensate al caso Zaniolo, ai rinforzi che occorrono, alle cessioni difficili), mentre sul secondo si entra in pieno catechismo “mourinhano”. José non vuole guardare indietro, ma pensare al futuro. Desidera che la Roma non si sieda sugli allori (che finalmente sono arrivati), ma sia stimolata ad alzare l’asticella per fare ancora meglio, tanto più sapendo che il mercato difficilmente gli consegnerà una squadra sulla carta superiore alle grandi del campionato.
Oggi la prima amichevole stagionale. L’avversario è il Trastevere, squadra storica della Capitale, che farà da sparring partner ai lupi di Mourinho a caccia del primo boccone.