Zeman: “Mourinho piace ai giornalisti, il campo è un’altra cosa”
Torna a parlare della Roma anche Zdenek Zeman. Il boemo ha rilasciato un’intervista al quotidiano Libero raccontando della sua esperienza passata nel club e attaccando di nuovo Mourinho che già gli aveva risposto a dovere qualche mese fa. Ecco alcune sue dichiarazioni:
Al Foggia creò una filosofia di gioco unica e Signori ne fu il profeta? “Grande Beppe. Ma il giocatore più forte che ho allenato in 30 anni di calcio è stato Totti a Roma. Vedeva cose in campo che altri, pur bravini, non riuscivano a notare. Francesco si allenava bene ma non ne aveva bisogno”.
Fu allora che nacquero le temutissime sedute di allenamento di Zeman?
“La preparazione fisica perfetta è la base del risultato che si ottiene, poi, in campo. Oggi vedo alcune squadre, anche top, che si allenano poco. I giocatori sono stanchi dopo due corsette, si mettono le mani ai fianchi. In Inghilterra corrono il doppio e si allenano meglio”.
Come vede la Roma con Mourinho? “Mou è un personaggio che attira l’attenzione e piace tanto a voi giornalisti. Però il campo è un’altra cosa”.
Esiste l’allenatore perfetto? “È quello che insegna calcio, non quello che mette undici giocatori in campo per fare fortuna. Migliorare un giocatore che viene contestato da tutti rappresenta una vittoria importante. A me capitò con Tommasi, con Di Francesco”.
A proposito di Juventus, nel 1998 lei denunciò un calcio in mano alle farmacie. Poi puntò il dito contro Calciopoli e il calcioscommesse. Non si è mai pentito di quelle dichiarazioni?
“Se oggi ci fossero gli stessi problemi di allora, ripeterei per filo e per segno quello che dissi all’epoca. Ricordo che nel 1999, al mio secondo anno alla Roma, arrivammo quinti con 21 punti sottratti per strani errori arbitrali. Ora sono fuori dal calcio, come le dicevo, e spero che vicende simili, o come quella capitata a Palomino, rimangano fatti isolati. Ma dicono che le cose siano cambiate. Non è così?”.