Due anni di Friedkin: soldi, acquisti e Mou, la Roma ha svoltato con il Dan silenzioso
Esattamente il 2 agosto del 2020 il presidente del gruppo Friedkin. Dan Friedkin appunto, dava ai suoi legali l’ultimo e definitivo ok per i documenti che avrebbero sancito, 4 giorni dopo, l’acquisto ufficiale della Roma.
Da quel momento, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport, è partita una rivoluzione silenziosa, ma quanto mai efficace, che in ventiquattro mesi ha portato: un trofeo, un allenatore di fama mondiale, giocatori importantissimi, uno stadio sempre esaurito e un alto che inizia a vedere la luce e, soprattutto, un’esplosione d’amore totale tra la squadra e i suoi tifosi.
Chi si occupa, tutti i giorni, di Roma, ha scelto di avere un legame fondamentale con il territorio, con iniziative continue che vanno dal poveri ai disabili, fino alle donne vittime di violenza. Motore di tutto sono Dan e Ryan Friedkin: in pochissimi conoscono la voce del presidente e di suo figlio, di loro si sa poco, se non che abitano uno ai Parioli e l’altro non distante dal Pantheon, che amano frequentare gli stessi posti, sempre molto fidati, e che non amano apparire.
I Friedkin hanno investito 632,5 milioni di euro: 199 per comprare la Roma. 595 per le spese correnti e 38.5 per uscire dalle Borsa. Un flusso continuo di soldi investiti che la proprietà ha messo in due anni per tenere in vita la squadra e riportarla ai fasti di una volta.
Non hanno venduto | gioielli – e se qualcuno andrà via non c’è stata la caccia alla cessione entro ll 30 giugno per motivi di bilancio -, non si sono piegati a logiche di mercato poco chiare, vedi la stretta sulle commissioni, e hanno scelto un dirigente giovane come Tiago Pinto che sposa in pieno la loro linea.
Rivoluzione sì, ma silenziosa. Amano il cinema, tanto, ma non quando si paria di calcio. il loro Oscar, a Roma e con la Roma, è tutto qui.