Troppi stranieri in campo, scatta l’allarme
Una lista da modificare per il bene del calcio italiano. Il presidente federale Gabriele Gravina lo ha detto chiaramente parlando del numero abnorme di calciatori stranieri in Serie A nelle prime giornate del nuovo campionato: «Dobbiamo pensare alla lista dei 25 che non sta dando frutti, dovremo metterci mano». Il numero uno della Figc, scrive La Stampa, si riferiva all’elenco che i club devono consegnare prima del via del torneo. Nel 1° turno è andato in campo appena il 31% di titolari convocabili dal ct Roberto Mancini con la maglia azzurra. Su questa percentuale già ridotta gli attaccanti italiani in campo dall’inizio sono stati appena otto, quattro dei quali over 30. Questi dati dimostrano che i club non hanno alcun interesse ad aiutare la Figc in un processo virtuoso che possa invertire la disastrosa tendenza alla base delle due eliminazioni consecutive dell’Italia dai Mondiali. Qui si inserisce il discorso di Gravina che va nella direzione di una proposta lanciata dall’Aic già dalla scorsa primavera, a poche settimane dal naufragio nello spareggio con la Macedonia del Nord. Il sindacato calciatori ha suggerito di ampliare la riserva azzurrabile dall’attuale 4+4 a 5+5 per arrivare a regime a 6+6. L’obiettivo è quello di rendere non marginale la presenza di italiani in rosa. Attualmente, con otto elementi su 25, è possibile considerarla come un riempitivo per esigenze regolamentari. Questo spiega perché i titolari stranieri sono addirittura superiori al dato di tesserati ingaggiati dall’estero nelle rose di Serie A, pari al 59%. Significa che gli italiani sono già pochi, ma spesso vengono presi solo per soddisfare un requisito burocratico. Portando il limite minimo a 12 – quasi la metà della lista – non sarebbe più possibile prescindere dal valore tecnico. A quel punto i club dovrebbero per forza puntare su calciatori italiani forti, anche in ruoli centrali nell’ossatura di una squadra.