Le due differenze dal solito Juventus-Roma
Di Gabriele Chiocchio –
Delle dieci sconfitte rimediate in campionato dalla Roma nel nuovo stadio (che ormai tanto nuovo più non è) della Juventus in undici precedenti, la metà erano state per 1-0. Perdere 1-0 significa spesso essere rimasti in linea di galleggiamento ma non essere riusciti a rendersi abbastanza pericolosi per prendersi almeno un punto da una partita equilibrata. Il primo pareggio che la Roma ottiene in questo impianto arriva al termine di una partita sicuramente non identica ad altre giocate lì, ma quantomeno simili.
La differenza che i giallorossi sono stati capaci di mettere in campo è stata semplicemente l’essere riusciti a esprimere una delle proprie eccellenze, forse l’unica di una squadra ancora simile, seppur non ancora troppo simile, a quella che ha chiuso la sua stagione poco più di tre mesi fa: i calci d’angolo, ancora decisivi dopo esserlo stati lunedì scorso contro la Cremonese. Lo abbiamo detto nelle prime due uscite di campionato e lo si può tranquillamente ribadire in questa terza, più equilibrata di quanto un primo tempo più appariscente che altro della Juventus potrebbe far credere. Il possibile 2-0 di Locatelli sembrava lasciar presagire altro, il giusto controllo del VAR Di Paolo ha messo il punto a una prima parte di primo tempo, comunque priva di veri e propri pericoli, da cui si è risaliti giocando una gara assolutamente alla pari con chi, al pari della Roma, non aveva ancora subìto gol in campionato, e comunque è stato a sua volta capace di segnarne uno solo con una prodezza.
Un’altra differenza l’ha fatta Mourinho, dalla panchina. Ma è difficile stabilire con certezza se in senso assolutamente positivo o assolutamete negativo. La sostituzione di Dybala con Kumbulla è sicuramente un momento chiave della partita, la cui storia aveva preso una piega abbastanza precisa: la Juventus aveva finito da tempo la sua carica iniziale, la Roma poteva prendere il sopravvento e provare a vincere, ma anche rischiare di deragliare commettendo chissà quale ingenuità in grado di dare, ancora una volta, ai bianconeri tre punti anche oltre i loro meriti, come più volte era già successo. Il portoghese, che spesso vive di squilibri, ha scelto di giocare una mano conservativa, magari col rimpianto di non aver provato a prendersi la posta in palio per intero al massimo delle proprie possibilità. Ma alla fine il punto che per la prima volta la Roma porta via dallo Stadium avendo ancora delle partite da giocare in campionato è un premio prezioso, che permetterà di continuare a lavorare con una classifica davanti alla quale si può sorridere e dietro la quale nascondere, ma senza alcuna vergogna, tutto quello che ancora c’è da fare per avvicinarsi all’agognato salto di qualità che il mercato di Tiago Pinto ha abbozzato. Una scelta difficile da contestare, specie guardando a quei cinque maledetti 1-0.