Punto di svolta
Un urlo di liberazione atteso per dodici anni. Nello stadio che aveva sempre visto perdere la Roma da quando era stato inaugurato nel 2011 – tranne una vittoria in una partita di fine campionato senza troppo senso – i giallorossi portano via un punto da casa della Juventus. Con fortuna, cinismo, carattere. Ma serviva non perdere la gara che da sempre ridimensionava le ambizioni di vertice e non è un caso che ci sia riuscita la squadra allenata da Mourinho. Il più onesto alla fine nel riconoscere il «cu.. della mad….» avuto da suoi che hanno chiuso il primo tempo sotto soltanto di un gol, l’allenatore esce dall’Allianz Stadium con la faccia di chi sa quanto sia importante questo pareggio, il primo in 14 gare giocate qui. Per 68 minuti la Roma ha fatto sostanzialmente il solletico a una delle migliori versioni della Juventus 2.0 di Allegri, più pronta da ogni punto di vista. Come riporta Il Tempo, A. Austini, dalla punizione sotto al sette dopo appena un minuto di Vlahovic, all’esuberanza giovanile del sorprendente Miretti, passando per l’impatto fisico di Rabiot e la concentrazione di Bremer, i bianconeri hanno dominato il primo tempo, segnando anche il raddoppio con Locatelli. Ma è qui che la partita è davvero girata e lo si deve all’esistenza della Var: Vlahovic aveva stoppato di braccio il pallone a inizio azione e la tecnologia ha riportato giustizia cancellando la svista di Irrati. I giallorossi hanno comunque faticato a entrare nel match per un’ora abbondante. Scarichi mentalmente («mi vergogno di essere il vostro allenatore» l’urlo di Mourinho nello spogliatoio all’intervallo), slegati in campo, con tutti i giocatori di qualità spenti (Pellegrini, il grande ex Dybala e Abraham) e senza alcuno spunto degno di nota dalle fasce. I cambi del portoghese, uniti alle sue parole che hanno scosso l’anima dei giocatori, hanno aiutato, pian piano, la Roma a guadagnare campo, anche grazie a un calo alla distanza dei rivali. Ripartiti con un 4-2-3-1, dove il terzino lo ha fatto Zalewski, i giallorossi hanno trovato il pareggio non appena i tre uomini di qualità di cui sopra si sono accesi all’improvviso:corner perfetto di Pellegrini, assist in acrobazia di Dybala e testata di Abraham nella stessa porta dove aveva segnato l’anno scorso, ma un istante dopo che Orsato aveva fischiato un rigore poi sbagliato da Veretout. Con Celik entrato nel frattempo a sostituire un imbambolato Karsdorp, Mourinho ha capito saggiamente che era il caso di puntare a tenersi il punto. Dentro Kumbulla per Dybala, nessuna occasione di rilievo per la Juve che anzi ha rischiato di subire la beffa su un altro angolo della Roma. Ma chiedere una vittoria sarebbe stato forse troppo. E passare un’altra notte in testa alla classifica, seppure non da soli, va più che bene aspettando il ritorno di Zaniolo e l’arrivo di Belotti.