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News - 19/09/2022

Roma sciupona, l’Atalanta vola alto

La differenza la fa Dybala. Perdonate il paradosso, scrive Valerio Piccioni su La Gazzetta dello Sport, ma è il telegramma che sintetizza in poche parole la partita.

Una fitta al flessore della coscia sinistra costringe l’argentino ad arrendersi in pieno riscaldamento, a mezz’ora dall’inizio del match. Per la Roma è un’assenza che pesa come una montagna perché in questo momento la Joya è il finalizzatore più affidabile, l’uomo che sa spaccare le partite. Gli sprechi giallorossi consentono così a un’Atalanta cinica e tignosa di violare l’Olimpico e di confermarsi in vetta alla classifica con un regalo d’autore per Gasperini, che con la gara di ieri ha raggiunto quota 298 panchine con l’Atalanta, una in più del suo curriculum genoano. A decidere è un gol giovanissimo, stramillennial visto che i due protagonisti sono nati nel 2003: il danese Hojlund esce dall’isolamento e dalla solitudine di una partita con poche opportunità e incarta un assist da applausi da destra, il suo coetaneo Scalvini trova un buco che gli consente addirittura di prepararsi la conclusione e di infilare con precisione chirurgica proprio l’angolino alla sinistra di Rui Patricio da una posizione che più comoda non si può. È il gol che a dieci minuti dalla fine del primo tempo spariglia la partita.

Ed è proprio nella fase finale del primo tempo, a gol appena subito, che c’è il momento migliore della Roma. Che sciupa almeno tre occasioni d’oro in un pugno di minuti. Soprattutto la prima con Abraham che spreca a lato praticamente a tu per tu con Sportiello, entrato quasi subito per l’infortunio a Musso (rottura dello zigomo in uno scontro aereo con il compagno di squadra Demiral). Proprio il portiere subentrato si supera a distanza ravvicinata sul lanciatissimo Ibanez e ancora su Abraham imbeccato da Matic.

Nella ripresa Gasperini conferma l’approccio più pragmatico, scegliendo una formula che preferisce la concretezza alla bellezza.  Così mentre la Roma continua a collezionare occasioni, c’è anche una possibilità al quarto d’ora della ripresa, con Abraham che salva su Pasalic evitando l’autogol di Celik. Nel frattempo la Roma continua a pressare, ma l’Atalanta spezza, lotta, è brava ad allontanare i pericoli.

I numeri dicono di una Roma superiore, 17 tiri contro 2, sette ammonizioni subite a zero, e portano Mourinho a parlare di partita “extradominata”. Ma l’Atalanta barcolla ma non molla, come direbbe uno storico striscione dell’Olimpico, soffre, combatte. Toloi giganteggia in difesa, Koopmeiners tocca una quantità industriale di palloni e frena diverse iniziative romaniste, ma la verità è che ognuno fa il suo per sfruttare la mancanza di lucidità della Roma, che priva del suo uomo faro non riesce a colpire.

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