Il calcio è davvero uno sport per giovani?
Di Luca Marchetti – Parliamo tanto di giovani e di italiani per il processo di rinascita della nostra nazionale in primis e come volano positivo per la rinascita del nostro calcio in generale. Ma veramente i ragazzi, i giovani, sono utilizzati nel miglior modo possibile e creano davvero un valore per le nostre squadre.
Secondo uno studio fatto dal CIES, il centro studi della Uefa, possiamo analizzare e studiare alcuni dati, per arrivare a delle conclusioni. E facciamo come l’altra settimana: dividiamo il nostro editoriale in considerazioni.
I giovani servono a salvarsi? Non è detto…
Nelle 10 squadre più giovani d’Europa (come media d’età) del Big 5 ci sono due italiane: il Lecce (24,56) quinto e l’Empoli (25,31) decimo. E’ sicuramente un buon segnale, ma chiaramente rappresentano due società che lottano per non retrocedere. Non ci sono particolari sorprese: le tradizioni in qualche modo vengono rispettate, visto che Arsenal e Monaco sono nella classifica delle prime 10 e la più giovane è invece l’unica spagnola (Valencia, 23,99). La più giovane in assoluto è il Nordsjelland (22,31 anni di media) con addirittura la percentuale monstre del 73,7% di U21. La seconda – attenzione – è il Salisburgo: in assoluta linea con le mission aziendale.
Se passiamo alla classifica solo Italiana abbiamo chiaramente una conferma: quella del Milan. Se le prime posizioni sono naturalmente di Lecce e Empoli, subito dopo vengono Torino, Spezia e il Milan, La prima delle grandi. Ma se guardiamo l’età il Milan è contornato da squadre che lottano (più o meno) per non retrocedere: Lecce, Empoli, Torino, Spezia, Cremonese e Verona…
A distanza importante dalle altre pretendenti al titolo. La media rossonera è di 25,91, il Napoli, la diretta inseguitrice è a 26,65. Poi troviamo la Juve (27,68), la Roma (28,14) e l’Inter (29,13). Questo ci porta anche alla seconda considerazione
Le italiane preferiscono gli esperti.
La considerazione che facciamo guardando la classifica dell’età è che se il Milan ha cercato di stravolgere questa credenza, in assoluto possiamo dire che fra le squadre che vogliono vincere ci sono più esperti: Inter, Juve, Roma e Lazio. Anche se oggi sta succedendo il contrario.
Sempre nel BIG5 la squadra più vecchia è invece il Bochum (29,85) l’Inter è terza (come detto 29,13 di media) con solo lo 0,3% di U21. In questa classifica al contrario ci sono 3 squadre italiane: Inter, Samp (quinta) e Lazio (settima).
Curiosità: La squadra più vecchia del mondo è il Nonbua Pitchaya, in Thailandia.
L’utilizzo degli U21: chi ne beneficia?
La squadra che in Europa (nel BIG5) con più U21 è il Barcellona, che ne utilizza quasi il 29,5%. Anche questa è una scelta vera e propria: di fronte alla crisi non si prendono soltanto giocatori fatti e finiti (28,2% di over 30) ma cercando di dare un futuro al club. Anche qui una considerazione interessante: la prima e unica italiana nella top 10 è il Verona, anche lei protagonista di una profonda rivoluzione: il 26,7% della squadra è composta da U21. A debita distanza (20,7) ci sono Lecce e Empoli. La prima delle grandi è l’Atalanta, seguita dalla Juventus (6,9%) che beneficia certamente del lavoro dell’U23. Il dato, forse, più preoccupante, è che alla Fiorentina non c’è neanche un U21, alla Samp lo 0,1%, all’Inter lo 0,3% alla Lazio l’1%
Chi utilizza di più gli over 30?
In Spagna vanno invece di moda gli over 30: il Siviglia ne ha il 53,8%, poi segono Villarreal (sempre sopra il 50) e poi il Real Madrid da sempre considerato a fine ciclo ma che riesce sempre a vincere. E’ evidente che è più facile trovare qui le grandi (c’è anche il Chelsea fra le prime 10, più giù troviamo il Liverpool). La prima italiana è il Bologna, che ha pochissimi U21 ma il 44,5% degli over 30.
Seguono Samp, Salernitana e Inter. Corposo anche l’utliizzo di Inter, Atalanta e Juve, Mentre invece l’opera di ringiovanimento del Napoli porta ad avere solo l’8,7% di over 30