La riserva Cristante è sempre titolare
Fateci caso, scrive Piero Torri,. da quando è arrivato, non è passata estate, forse escludendo la prima, che in quei campetti che popolano sogni e previsioni sotto l’ombrellone, il suo nome comparisse solo tra le alternative, mai o quasi titolare. Poi, invece, quando cominciano le partite che contano, il nome di Bryan Cristante è di quelli che vanno sempre in campo. Da mediano, regista, difensore centrale, qualche volta pure da trequartista, il ruolo in cui aveva sfondato nell’Atalanta a suon di gol, convincendo la Roma a prenderlo per una cifra, tutto compreso intorno ai venticinque milioni.
Comunque in campo. Anche in questa sua quinta stagione con la Roma. Eppure, quando il comunicato della Roma ufficializzò l’arrivo di Matic, tutti, noi compresi per carità, a garantire che il pupillo di Daniele De Rossi (“Io ne vorrei dieci di Cristante in squadra” disse il sedici quando salutò Trigoria), stavolta si sarebbe accomodato in panchina per dare ragione a quei pronostici estivi che lo inserivano sempre come alternativa. Poi la convinzione è diventata ancora più solida nel momento in cui un altro comunicato ha dato alle stampe Wijnaldum in giallorosso.
Ma quando mai. Complice, purtroppo, il grave infortunio del centrocampista olandese, Cristante nelle dieci partite ufficiali fin qui giocate, non si è perso un fischio d’inizio da titolare, dieci su dieci (e un gol, decisivo a Salerno). Mourinho sembra proprio che non possa farne a meno, sordo peraltro anche al mormorio ad alta voce di chi è convinto, pure con qualche ragione, che Cristante non possa fare coppia con il serbo. Troppo simili nelle movenze e caratteristiche, troppo lenti per non pagare pedaggio alla brillantezza di centrocampisti avversari più agili, troppo pesanti per garantire quell’interdizione necessaria per ridimensionare il lavoro dei difensori. Invece lo Special One se ne frega. A parte le prime due partite (Salernitana e Cremonese) in cui il serbo ha cominciato dalla panchina per poi comunque entrare in campo a cristalizzare il risultato favorevole, i due sono sempre partiti titolari. Nonostante l’arrivo a Trigoria in extremis di Camara. Nonostante l’opzione Bove che comunque quando è andato in campo ha sempre dato segnali incoraggianti. Nonostante, volendo, pure l’opzione di inserire Pellegrini nella coppia dei mediani avendo la possibilità di schierare davanti i tre tenori, Abraham, Zaniolo e Dybala (teorica perchè per infortuni o scelte tecniche i tre insieme fin qui li abbiamo visti pochino).
Del resto per Cristante è sempre stato così. Ma i fatti e i numeri hanno sempre detto il contrario. Con la Roma fin qui ha messo insieme 185 partite (con un massimo di 50 la stagione scorsa) di cui 144 da titolare. Ha sempre risposto presente (in questi cinque anni ha avuto solo un serio infortunio agli adduttori che gli ha fatto saltare quattordici gare), ribadendo, partita dopo partita, pur senza effetti speciali, di essere una garanzia per disciplina tattica, forza fisica, capacità di stare in campo (guardatelo quando il pallone lo hanno gli avversari, difficilmente non sta al posto giusto nel momento giusto), disponibilità a giocare con chiunque al fianco. E poi ci sarà un motivo, o no, perché prima Di Francesco, poi Fonseca, adesso Mourinho gli abbiano dato sempre totale fiducia? Per la risposta citofonare a Roberto Mancini, commissario tecnico dell’Italia Campione d’Europa.