Credibilità e rispetto l’ascesa di Dan e Ryan
Di Mauro De Cesare – “Esistono i tifosi di calcio, poi esistono i tifosi della Roma”. Agostino Di Bartolomei non avrebbe potuto lasciarci “dedica” più bella, l’amore senza confini nei nostri confronti. E parafrasando la frase di Ago, si può sicuramente affermare che: “Esistono i presidenti, poi esistono i Dino Viola, Franco Sensi, Dan e Ryan Friedkin». Già, due grandissimi Uomini di ieri, due grandissimi (padre e figlio) di oggi.
Certo, la prima cosa che è alla luce del sole è la loro immensa caratura professionale. Personale. E hanno fatto il miracolo e ricreato la Roma di una volta in un paio di stagioni, con l’ingrediente più importante. Entusiasmo, stadio pieno, con famiglie e bambini che cantano i cori della Sud, prezzi contenuti e Olimpico sempre affollato di sessantamila innamorati. Poi, scelte tecniche sempre precise, con la collaborazione di Tiago Pinto.
Hanno preso una Roma narcotizzata dove, come ha detto di recente Kevin Strootman la lavatrice, c’era una squadra fortissima, ma all’Olimpico c’erano solo la metà degli spettatori attuali. Il colpo che ha fatto risvegliare l’orgoglio e la romanità sopita da troppo tempo è stato, certamente, la chiamata all’ombra del Cupolone (o del Colosseo, fate voi) di un allenatore che, al solo nome, ci si alza in piedi e si applaude: José Mario dos Santos Mourinho Felix. Ma a noi piace molto di più “Special One”, che ha vinto in Spagna, Portogallo, Inghilterra, Italia. Tutto e di tutto.
E l’ultimo gioiello, Paulo Dybala. Un gioco di prestigio per vincere la concorrenza di Inter e Napoli. Un gioco di prestigio, l’ultimo, che la Joya ha voluto confermare sabato sera a San Siro con un sinistro al volo, per mettere la palla dove forse neanche con le mani sarebbe stato facile piazzarla.
Ma ci sono due “qualità”, nel duo di coppia Dan e Ryan, che hanno permesso tutto questo: credibilità e rispetto. Senza i quali niente sarebbe riuscito.
Credibilità. La loro mancanza di frequenti comunicazioni pubbliche, sono un punto di forza. Nessuna promessa roboante. Fatti. Hanno scelto Roma, e se ne sono innamorati, ma forse già lo erano. E il tifoso della Roma, che tanti difetti ha, ma nel dna ha pure un immenso pregio: sa riconoscere chi veramente è dalla tua parte. E, grazie anche a Mou, sono arrivati Tammy, Gini, Nemanja, il Gallo, Paolino (come affettuosamente lo Special chiama Dybala). La gente (giallorossa) crede nei Friedkin.
Rispetto. Troppe volte, troppe proprietà, hanno fatto credere a una città che con un colpo di bacchetta magica avrebbero portato all’Olimpico la luna. No, i tifosi, i romani, meritano rispetto (o sincerità, sono quasi sinonimi). In due anni, loro non hanno mai tradito le attese, una delle cosa più evidenti: prezzi calmierati, acquisti e non cessioni eccellenti. E la decisione di dare ai romanisti la loro casa: il nuovo stadio. E mai un qualcosa che ostacolasse i tifosi. Una “semina” che sta dando già i suoi frutti. Si potrebbe continuare, ma per Dan e Ryan Friedkin, per ora, può bastare. Per ora può bastare così anche ai tifosi. Sempre per ora. Credibilità e rispetto. Ad majora, Roma.