I magnifici tre della difesa
Sono rimasti in tre. Anzi, sono sempre stati in tre. E Mourinho, in questa prima parte della stagione, non ha fatto altro che ribadire la sua richiesta al tramonto del mercato estivo, “un ulteriore sforzo Tiago, prendimi un altro centrale difensivo”. Niente da fare: il cash non c’era perché la sentenza sul fair play era già operativa, opportunità almeno un po’ garantite sul mercato a parametro zero latitavano. Tiago,scrive Piero Torri, non ha potuto esaudire la richiesta del suo allenatore. Il risultato è stato che, complice pure un infortunio muscolare che ha tenuto in infermeria Kumbulla per svariate settimane, nella linea difensiva ormai a tre e guai a chi la tocca, continuano a giocare quei tre: Smalling al centro a dirigere le operazioni, Mancini sul centro destra, Ibañez sul centro sinistra. Nessuna invenzione, nessuna sorpresa, nessun colpo di magia, giocano sempre loro. Cristante non è mai stato retrocesso in quel ruolo di centrale in una linea difensiva a tre che pure in passato ha frequentato garantendo comunque risposte dignitose. Kumbulla, infortunio a parte, non pare stia nelle grazie dello Special One. Celik, Spinazzola e Karsdorp, gli altri nomi che potrebbero essere utilizzati in caso di necessità, fin qui sono rimasti, quando sono stati a disposizione, sulle fasce. Viña rischia di far venire l’ansia sulla corsia sinistra, figuriamoci al centro. Sarà così, a meno che stavolta Mou non voglia stupire, anche stasera a Marassi contro la Sampdoria. Ancora quei tre in campo con l’inglese nel ruolo di grande capo in grado di far lievitare il rendimento anche dei suoi due discepoli che gli giocano al fianco.
Sarà così come è sempre stato in questa prima parte della stagione che, pure, prevedeva e prevede un calendario che lascia poco spazio ai recuperi. I numeri in questo senso sono una sentenza. Fin qui la seconda Roma mourinhana ha giocato tredici partite ufficiali (nove in campionato e quattro in Europa Legue), il terzetto dei centrali difensivi le ha giocate tutte e tredici. Ibañez sempre da titolare e per novanta minuti (solo una volta ne ha giocati appena quarantacinque); Mancini pure tutte da titolare (sostituito in quattro occasioni, gli sono stati risparmiati in tutto sessantacinque minuti, recuperi esclusi); Smalling, cioè il giocatore che per certi versi, visti i precedenti, doveva in qualche modo essere preservato nei limiti del possibile, pure lui è a quota tredici gettoni, undici da titolare. In totale, considerando le tredici partite, la Roma ha giocato 1.170 minuti che moltiplicati per tre fanno 3.510: ecco i tre sono stati in campo per complessivi 3.301 minuti, come dire sempre (Kumbulla per ora ha messo insieme in tre apparizioni in campionato, soltanto 43 minuti).
Si giocasse una partita a settimana, la cosa potrebbe essere gestita in maniera non troppo preoccupante. Ma in questa stagione così atipica da essere unica, in cui da qui al tredici novembre giorno dello stop per due mesi per il Mondiale qatariota, la preoccupazione è legittima. Sarebbe il caso di mettere i tre titolari sotto una campana di vetro, augurandoci che da qui al Torino (ultimo impegno prima dello stop all’Olimpico il tredici novembre) non ci siano stop fisici a stoppare un terzetto che, peraltro, fin qui, ha dimostrato di saper fare il suo, arricchendolo anche con quattro gol (tre Smalling e uno Ibañez). Mourinho magari starà pensando di far tirare il fiato a qualcuno dei tre titolari (probabilmente soprattutto a Smalling che ha un ginocchio che bisogna tenere sotto controllo e possibilmente non affaticare). Ci sarebbe Kumbulla che qualche spezzone di partita potrebbe anche giocarlo. C’è l’ormai rientrante Karsdorp che può tornare utile (in alternativa Spinazzola). E c’è sempre la possibilità di arretrare Cristante al centro della difesa con Pellegrini retrocesso in mezzo al campo o, in alternativa, con la promozione di Camara come titolare. Vedremo. Intanto a Marassi toccherà ancora ai magnifici tre.