La parabola di Zaniolo, tra sogni e realtà
Due partite, sei punti, quattro gol fatti: due Dybala, uno a testa Abraham e El Shaarawy, il naturale sostituto di Zaniolo. La Roma non pare avvertire molto l’assenza di Nicolò, scrive Andrea Di Caro su La Gazzetta dello Sport, che si è tirato fuori dopo aver chiesto di essere ceduto a gennaio. Come sono lontani quei gesti a favore di telecamera: i cori con i tifosi sul pullman scoperto per festeggiare la Conference, i baci sulla maglia, le fasulle dichiarazioni d’amore. La dura presa di posizione di Pinto prima della gara con lo Spezia certifica che la Roma non ne può più di un giocatore le cui tante bizze sono inversamente proporzionali a gol, giocate e assist. Il suo agente Vigorelli si era già sbattuto a giugno con la Juve e il Tottenham per trovargli squadra.
Zaniolo, che sbaglia spesso uscite e strategie, dovrebbe restare a Roma: con quale spirito e prospettive di giocare? Chissà se Nicolò conosce il detto romanesco sulla sora Camilla “che tutti la vogliono e nessuno se la piglia”, neanche agli attuali prezzi di saldo che in Premier equivalgono a una fiche buttata sul tavolo. E dovrebbe pensarci anche quando, considerandosi un top player che ancora non è, chiede 5 milioni di ingaggio.Doveva diventare fiore all’occhiello della Nazionale e per ora è ai margini. Doveva trascinare la Roma e ha fatto solo un gol in A. Non c’è cosa più triste di un talento sprecato.