Zaniolo c’è, anzi no
È ormai qualche settimana che la vicenda tra Nicolò Zaniolo e la Roma è diventata una partita a scacchi, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. L’esterno aveva abbozzato una strategia per lasciare il club, ma le mosse dei proprietari gli hanno complicato la partita condizionando gli eventi. L’ultima in ordine di tempo è stata quella di confermarlo nella lista Uefa, nonostante sia fuori dal progetto tecnico. Un passo studiato a tavolino con il bilancio in mano: se Nicolò fosse stato escluso, la Uefa non avrebbe conteggiato il suo stipendio ai fini del Fair play finanziario, ma allo stesso tempo non avrebbe nemmeno preso in considerazione l’eventuale plusvalenza estiva in caso di cessione. Questo significa che l’ipotetica vendita, avrebbe rimpinguato il bilancio, ma non avrebbe permesso alla Roma di sfruttare quel denaro per fare mercato. C’è di più: a prova che i rapporti sono tutt’altro che sereni, la società ha fatto sapere che il giorno prima che Nicolò rendesse pubblica la lettera aperta (31 gennaio), a Trigoria era stato inviato un certificato medico. Nel documento è stato riportato che non avrebbe potuto allenarsi per i prossimi 30 giorni per uno status psicofisico di incompatibilità con l’attività agonistica. La Roma ne ha preso atto e ieri lo ha sottoposto a una visita specialistica di controllo che ha certificato come quanto riportato fosse corretto. Zaniolo non si dovrà allenare fino alla visita successiva (tra una decina di giorni) che dovrà provare il ritorno a uno status psicofisico accettabile per sostenere gli allenamenti.