Solo 5 squadre in Europa hanno giocato di più negli ultimi due anni
“Abbiamo avuto in campo gente in difficoltà a livello di stanchezza. Siamo l’unica squadra che non ha la rosa per stare dove sta. Dopo c’è accumulazione di fatica. Quante partite ha giocato El Shaarawy negli ultimi anni? Quante ne ha giocate quest’anno. È stanchezza ai limiti”. Così tuonava Mourinho ieri nel post partita di Monza-Roma alla domanda sui troppi infortuni in questa stagione. Per molti saranno sembrate semplici scuse e invece i numeri danno effettivamente ragione allo Special One: nessuna squadra italiana ha giocato più della Roma da quando il portoghese è arrivato nella Capitale. I giallorossi scenderanno in campo almeno 109 volte, finale di Europa League permettendo (55 nella passata stagione e 54 in questa). Seguono l’Inter e la Juventus con 108, entrambe però classificabili in quell’annovero di squadre con “30 giocatori uguali” e che possono permettersi di “fare cambi al 60esimo”. In Europa invece, le squadre che hanno giocato più della Roma sono solo 5. In testa c’è il Manchester City con 118 match disputati complice anche la Coppa di Lega (competizione extra rispetto all’Italia). Stesso discorso anche per le altre inglesi ovvero Liverpool (115), Chelsea (113), e Manchester United (111). L’altra in classifica è ovviamente il Real Madrid, squadra abituata e costruita per arrivare in fondo a tutte le competizioni. La banda di Ancelotti infatti è scesa in campo 116 volte (56 nella passata stagione e almeno 60 in questa).
Quello che differenzia maggiormente le squadre sopracitate dalla Roma, sono gli investimenti sul mercato. L’unica squadra che si avvicina ai 135 milioni spesi dai Friedkin nelle ultime due sessioni di mercato (9 nell’ultima) è il Real Madrid (146) che partiva però già da una più che discreta base. In Inghilterra invece il mercato sta diventando sempre più incontrollabile con il Chelsea che nelle ultime 4 finestre di mercato è arrivato a spendere 729 milioni, contro i 385 del Manchester United, 289 del Manchester City e i 224 del Liverpool. Investimenti che oltre a portare campioni del calibro di Haaland, Camavinga, Casemiro e Gakpo, hanno permesso ai rispettivi allenatori di fare turnover quando necessario e di schierare invece la miglior formazione possibile quando vincere era l’imperativo. Tutte mosse che Mourinho, arrivato alla fase cruciale della stagione, non può più permettersi.