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News - 22/08/2023

Mourinho e la fiducia incrollabile nella difesa a 3

Chi non è abbastanza bravo per fare una cosa, cerca di scriverne. È questo che atleti, artisti e politici rimproverano spesso ai giornalisti, scrive Luca Valdiserri su Il Corriere della Sera. Vero o falso che sia, sfidiamo gli spettatori di Roma-Salernitana – allo stadio o davanti alla tv – con una riflessione sul quadruplo cambio che José Mourinho ha telecomandato dal suo bunker al 20’ della ripresa, con i campani in vantaggio per 2-1.

Tre sostituzioni erano semplici “ruolo per ruolo”: Karsdorp per Kristensen, Zalewski per Spinazzola e Renato Sanches per Bove. La differenza era un centrocampista (Paredes) al posto di un difensore centrale (Smalling). Non è cambiata, però, la difesa a tre: Cristante è arretrato nel ruolo di Smalling e Paredes ha preso il suo posto in regia.

Passare a un 4-2-3-1, con Karsdorp e Zalewski terzini e il doppio pivot davanti alla difesa (Paredes-Cristante) avrebbe permesso di avanzare Aouar e, magari, mettere più in difficoltà Paulo Sousa, che ormai aveva scelto l’idea della difesa e contropiede – con Dia centravanti – anche perché la sua squadra aveva speso tanto e il caldo di domenica non faceva prigionieri.

L’attaccamento di José Mourinho alla difesa a tre resta un interessante tema di discussione. Nelle ultime 9 partite di Serie A, tra la stagione scorsa e quella appena iniziata, la Roma ha vinto una sola volta: il 4 agosto, 2-1 contro lo Spezia, il giorno del grave infortunio che terrà Abraham ai box almeno fino al 2024. Poi tre sconfitte e 5 pareggi, con 14 gol subiti. La difesa a tre vale la candela?

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