Andrea Nuti (ex preparatore atletico Mourinho): “Non c’è nulla di cui preoccuparsi, dopo la sosta si potrà vedere qualcosa di buono”
Andrea Nuti, preparatore atletico ai tempi dell’Inter di José Mourinho, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5. Queste le sue parole:
La Roma in questo momento non corre o corre male?
«Nessuno dei due casi. Conosco molto bene il preparatore atletico Stefano Rapetti, lo reputo uno dei migliori. Secondo me hanno fatto una preparazione sul lungo termine e non sul breve, come l’anno scorso. Questo “imballamento” iniziale per me è dato da carichi elevati, ci vuole tempo per smaltirli e farli propri. Non penso ci sia nulla di cui preoccuparsi, certe giocate poi vengono da sé».
Quanto ci vorrà per tornare effettivamente in forma?
«Già da dopo la sosta si potrà vedere qualcosa di buono. Due settimane con le Nazionali, con la Roma a ranghi ristretti a Trigoria, comporteranno allenamenti più leggeri e blandi. Al rientro saranno più brillanti».
Lukaku, paradossalmente, sembra in una forma migliore rispetto agli altri: nonostante i due mesi praticamente fermo, Roma-Milan è stato un episodio o è una sua peculiarità?
«Partiamo dal presupposto che Lukaku fisicamente parte da un livello superiore. Va considerato però anche l’aspetto psicologico che lo ha influenzato durante il mercato. Al rientro in campo voleva dimostrare, in quel poco tempo che ha avuto a disposizione, di essere ancora un giocatore di altissimo livello. In Roma-Milan secondo me ha dato più di quello che poteva, in Nazionale ora purtroppo dovrà fare delle partite: stare a Trigoria con i compagni sarebbe stato meglio. In breve tempo, comunque, potrà tornare dirompente, con una fisicità enorme e con l’attacco alla profondità».
Le doppie sedute potrebbero aiutare la Roma a ri-acquisire quel tenore fisico necessario per tornare in piena forma?
«Parlo per quanto visto da Mourinho all’Inter: non abbiamo mai fatto doppie sedute. Durante l’anno non c’è mai stato un allenamento doppio. Se uno si allena un’ora e mezza, come fa Mourinho, di base dalle 10:30 alle 12 senza pause, con già tutti i campi apparecchiati per i vari tipi di esercitazione, aggiungendo che prima e dopo l’allenamento ognuno di loro ha un programma di forza e prevenzione stabilito che va eseguito, diventa un allenamento lungo di quasi 4 ore. Io dico: è meglio fare quattro ore filate o due ore e due ore? Secondo me la prima. L’allenamento non è solo quello sul campo, ciò che si fa in palestra permette di andare più forte in quell’ora e mezza e di avere a disposizione più giocatori possibili per più tempo possibili».
Quanto è complicato lavorare parallelamente con la filosofia di mercato della Roma, che acquista anche giocatori non integri fisicamente?
«Stiamo parlando di campioni che hanno avuto vicissitudini che hanno impedito loro di essere sani. Tornare sani è un processo lungo, di comprensione dell’infortunio e di quegli esercizi che fisicamente non riescono a fare. Capire queste cose è complicato, poi va trovata anche la soluzione. Se tu proponi a campioni di questo livello gli esercizi da fare e il perché, difficilmente rifiutano: ti seguono, si affidano a te e cercano di assecondarti perché capiscono che possono tornare a essere quelli che erano».
Ha sentito recentemente Mourinho? Come sta vivendo questo periodo?
«No, gli ho mandato un messaggio a fine campionato e basta. Non penso si sia messo l’anima in pace, lo farà tra 30-40 anni. Se sembra tranquillo è perché sa quale strada sta percorrendo».
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