Irrati: “In campo serve avere un impatto anche irruento con i calciatori, al VAR e’ diverso”
“De Rossi sarebbe stato un grande arbitro: conosceva il regolamento alla perfezione. Quasi ti metteva in difficoltà”. Dopo Orsato anche Irrati incorona l’ex centrocampista come uno dei giocatori più istruiti da un punto di vista arbitrale. Intervistato da La Repubblica il fischietto di Pistoia ha rilasciato dichiarazioni anche sulla gestione del VAR. “Arbitrare con gli auricolari fu un trauma. Mi destabilizzò al punto che all’esordio, nell’intervallo, chiesi ai guardalinee: se riuscite, non mi parlate, sennò non capisco nulla. Una scelta, quella di sedersi dietro al Var, che è stata spontanea, senza che nessuno me lo chiedesse. Perché è un’attività talmente specializzata che serve farlo per il 100% del tempo. In campo serve avere un impatto anche irruento con i calciatori, in cabina no. Un Var deve essere stato arbitro di alto livello, o almeno della stessa categoria in cui va a operare. Anche Uefa e Fifa hanno preso questa strada: quando diventi élite fai solo una delle due”.
È favorevole a trasmettere l’audio del Var in tv?
«Spero non si prenda sempre solo l’audio della cosa che crea discussione. Avete sentito l’audio famoso di Juve-Bologna? Ecco, quel giorno ne abbiamo fatti sentire tre e si è parlato solo di quello. Ma forse se fa notizia solo l’errore, vuol dire che la normalità è che facciamo le cose bene sempre. Poi, se tu scrivessi bene 99 articoli e ti pubblicassero solo uno in cui hai fatto un errore, come ti sentiresti? Un Var non ha tanto tempo: se un arbitro ha un secondo, noi ne abbiamo dieci».
Il rapporto con gli allenatori?
«A me interessa molto il loro punto di vista. A volte un movimento di un braccio a noi sembra naturale, loro ti spiegano: “Guarda che non lo è assolutamente”. Se su venti allenatori tutti ti dicono che un fallo non è rigore, vuol dire che non lo è. Noi valutiamo il fallo con il regolamento, ma ti devi adeguare».
Un calciatore più preparato degli altri?
«Daniele De Rossi sarebbe stato un grande arbitro: conosceva il regolamento alla perfezione, ti metteva quasi in difficoltà».
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