I Fedayn espongono la nuova pezza: nasce il “Gruppo Quadraro”
Sono le 22:15 del 17 settembre 2023. Stadio Olmpico di Roma. Minuto 72. L’As Roma conduce 4 a 0 sull’Empoli (il match finirà con una goleada per i giallorossi). La Curva Sud, come di consueto, è una bolgia da ancora prima del fischio d’inizio del match. Dal muretto a sinistra sotto il tabellone si accendono decine di fumogeni gialli e rossi. Nel cuore del tifo romanista cala un irreale silenzio. Un silenzio di attesa. Un rumoroso silenzio. Trepidante. È il momento che tutti aspettavano. Da sotto il fumo spunta un primo striscione. “Signa Inferre!”, la scritta nera su telo bianco bordato di giallo e rosso ai due lati. “Portare avanti le insegne!”, la traduzione dal latino. Un grido di battaglia, usato dalle antiche legioni di Roma per indicare l’avanzamento dell’esercito contro il nemico. Dalla Sud si leva il coro che per oltre 50 anni ha accompagnato gli ultras che dal 1972 occupano quel muretto, il 17: “Fe Fe Fedayn”. Nella scenografia la cortina nebbiosa dei fumogeni si dirada sotto la copertura dello stadio Olimpico. Dal nulla spunta una pezza che i romanisti attendevano da oltre 7 mesi. “Gruppo Quadraro”. Iscritto nella “O” un teschio – la morte – simbolo dei Fedayn.
È la rinascita, i Fedayn Roma, storico gruppo ultras dell’As Roma tornano con la loro “pezza” sulla storica balconata. Scatta la standing ovation, la curva e i distinti applaudono. Poi si leva un coro che fa tremare l’impianto del Foro Italico. “Passa il tempo cambia la gente, di battaglie ne ho fatte tante”. È il segnale, “la morte non muore e non parla mai”, come recita un motto del gruppo ultrà giallorosso. Cambia il nome ma non cambia la sostanza, i Fedayn sono tornati, anche se in realtà non hanno mai abbandonato lo spicchio di Sud dove sono sempre stati presenti.
L’assalto dei tifosi della Stella Rossa
Da Roma-Empoli a Roma-Empoli. Era il 4 febbraio scorso quando al termine del match giocato e vinto dai giallorossi sempre contro i toscani accadde quello che nessuno mai si sarebbe aspettato. Quella notte di quasi otto mesi fa, in piazza Mancini, i Fedayn Roma furono infatti vittime di un agguato da parte dei Delije, ultras della Stella Rossa Belgrado che si trovavano in Italia dopo aver assistito a Milano alla sfida di basket della squadra serba. Dopo la partita alcuni appartenenti al gruppo ultrà vennero letteralmente assaltati – alla sprovvista – da una cinquantina di ultras slavi armati di mazze e con i volti coperti. Un raid fuori da ogni dinamica ultras nel corso del quale venne rubato non solo lo striscione dei Fedayn, ma anche la storica pezza “Brigata Roberto Rulli” (poi riconsegnata lo scorso mese di luglio in segno di rispetto per i morti). Lo striscione venne poi esposto e bruciato allo stadio Marakana di Belgrado durante la partita Stella Rossa-Cucaricki, nel settore occupato dagli ultras Delije. Un colpo durissimo per la storica firms giallorossa, che pochi mesi prima (a marzo) aveva festeggiato i suoi primi 50 anni di vita.
Gruppo Quadraro Roma
Feriti nell’animo, i Fedayn lasciarono spoglio il muretto, orfano dello storico striscione con disegnata la morte, simbolo del gruppo. Un colpo al cuore non solo per gli ultras, ma per tutti i romanisti e per buona parte del mondo ultras, e delle sue regole non scritte. Nato in quello che nel 1972 era chiamato il Podere Quadraro, il gruppo ultrà dell’As Roma ha deciso di ritornare alle origini. Come la Fenice è risorto della sue ceneri e lo ha fatto tornando alle origini. Al Quadraro, da dove mezzo secolo fa un gruppo di ragazzi di borgata, Roberto Rulli in testa, diede vita ai Fedayn. Cinquanta anni di storia, poi i fatti di piazza Mancini del febbraio di quest’anno. In silenzio, senza proclami o comunicati, come è da sempre nel loro stile “Tutto per essere nulla per apparire”, recitava un loro storico striscione esposto sul muretto 17, i Fedayn hanno atteso con pazienza il fischio d’inizio di un nuovo Roma-Empoli scrivendo un nuovo capitolo della loro decennale storia ultras. “La morte non muore e non parla mai”. Sul muretto 17 campeggia un nuovo striscione.
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