Sei mesi. Il tempo che separa il pre Mourinho dal post Mourinho. Lo dice lui, a Federico Buffa durante una lunga intervista nella quale ripercorre tutta la sua carriera – datata 5 settembre. Mou vede la fine del suo rapporto con la Roma. Sei mesi per vincere, dice. Un tempo stretto, ma l’obiettivo è in piedi. La Roma è indietro in campionato. In coppa però è tutto in piedi, e forse quella Mou vuole. Ne ha vinta una e ne ha sfiorata un’altra. Del resto – scrive Alessandro Angeloni su ‘Il Messaggero’ – lo Special è specialista in coppe avendo cominciato presto ad alzarle con il Porto, non con il Real.“Sono sempre accusato di essere poco umile, devo dare ragione a chi lo sostiene. Ho fatto tante imprese, ma vincere la Champions con il Porto è super. Ma ci sono altreimprese perché se ho avuto la fortuna di lavorare con squadre con grandi budget ho avuto la difficoltà di lavorare in squadre dove vincere è un miracolo. A Roma non sono stato capace di vincerne due ma solo una e mezza e ho ancora altri sei mesi qui”.
Vincere a Roma infatti è un miracolo lui lo ha fatto. Continuare significherebbe, chissà, fargli tornare la voglia di proseguire ancora o magari farla tornare alla sua proprietà. Che, come noto, si sta guardando intorno e Antonio Conte non è più un nome nemmeno troppo segreto come suo successore. Mourinho è tanto per la Roma. I suoi ragazzi e soprattutto i tifosi sono con lui, perché José ha un magnetismo che strega. Come conquista i giocatori?“Loro non sono calciatori, ma uomini che giocano a calcio. Devo imparare tutto di loro. Devi essere te stesso ed empatico con la gente che lavora con te. Essere critico, esigente, aperto, essere onesto. Il giocatore capisce che lo sono. Dentro l’onestà esiste tutto questo, così il rapporto diventa ottimo”
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