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Interviste - 18/09/2024

Sabatini: “Qualcuno sta vivendo un delirio di onnipotenza”

Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma, non ha nascosto la sua delusione per l’esonero di Daniele De Rossi, esprimendo parole molto dure nei confronti della proprietà del club. Sabatini ha definito l’episodio un “delirio di onnipotenza”, criticando apertamente la gestione dei Friedkin.
Secondo lui, questa decisione dimostra una mancanza di comprensione del calcio italiano e della cultura sportiva del paese.

Sabatini, che ha lavorato con De Rossi durante il suo periodo a Roma, si è schierato senza esitazione al fianco dell’ex capitano, ritenendo il suo licenziamento ingiustificato. Ha sottolineato come De Rossi stesse cercando di costruire una squadra giovane e sperimentale, e che i miglioramenti non erano stati ancora riconosciuti dai dirigenti. Ha anche fatto un confronto con il Milan, sottolineando come personalità come Paolo Maldini e Zvonimir Boban siano state fondamentali nella ricostruzione della squadra, invitando implicitamente la Roma a fare lo stesso.

In sintesi, Sabatini ha espresso grande amarezza per l’esonero di De Rossi, definendolo un errore e una manifestazione di arroganza da parte della dirigenza, incapace di apprezzare il lavoro di una leggenda del club.

Queste le sue parole:

“Sono amareggiato. Anni fa un notabile dell’ambiente disse una cosa sottoscrivibile: il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti; oggi vale solo il primo presupposto ed è inutile aspettarsi che ci si possa essere accorti dei miglioramenti di una squadra sperimentale ed è altrettanto inutile aspettarsi che si rendano conto di dover acquisire cultura calcistica e generale assumendo con pieni poteri profili come Boban e Maldini che tre anni fa, insieme a Massara, hanno dato vita alla rifondazione del Milan che ha portato allo scudetto in pochissimo tempo. Ma De Rossi licenziato no, non si può fare, qualcuno sta vivendo in un delirio di onnipotenza”.

Che danno è per la Roma?
“Oltre a uno strazio umano, è uno strazio tecnico perché la squadra si stava avvicinando molto a un modello che le consentisse di fare risultati. A Genova nel primo tempo ha sfiorato la perfezione tatticamente. Ci sono margini di miglioramento, ma interrompere un rapporto così bruscamente è veramente una cosa abominevole, anche da un punto di vista professionale”

Viene il dubbio che il mercato non sia stato fatto seguendo le indicazioni di De Rossi.
“Sulla campagna acquisti posso solo dire che è stata fatta con ritardo, ma è giusta. Hanno messo dentro la rosa caratteristiche che prima non c’erano. Non attacco quella, anche se inizialmente De Rossi ha dovuto mandare in campo una formazione sperimentale perché i calciatori erano arrivati qualche giorno prima. Il problema è il rispetto per il ruolo e il lavoro degli altri, non è possibile aver licenziato De Rossi. Chi capisce un po’ di calcio, e non è obbligatorio visto che evidentemente a quelle latitudini se ne capisce poco, sa che c’era crescita importante. Era una cosa irreversibile, mandare via De Rossi è veramente incomprensibile”.

Qualcuno, almeno questa volta, si aspettava un messaggio da parte dei Friedkin.
“Evidentemente loro ritengono la comunicazione inutile perché non ne fanno, non hanno presentato neanche il direttore sportivo. Sono i tifosi che devono ascoltare la società e questo non è mai stato permesso alla Roma. Forse non hanno capito bene il valore emotivo del romanismo, che è una forma di tifoseria esclusiva, alla quale va dato spazio, ma senza esagerare. Un piccolo contraddittorio con la tifoseria va mantenuto sempre, ma la loro scelta è strategica, la loro comunicazione è questa”.

Juric fa al caso della Roma?
“Mi chiedo se l’allenatore fa al caso del calcio, che ha un linguaggio universale. Non ho molto da dire, Juric è un ottimo allenatore, un allenatore di personalità, è stato il vero primo allievo di Gasperini, ha sempre lavorato bene sotto il profilo tattico-nervoso, è una scelta che capisco e posso anche condividere, anche se con me sarebbe rimasto De Rossi per altri 10 anni”.

Pensa che ci possa essere una presa di posizione dei tifosi a favore di De Rossi?
“Che vadano contro la proprietà è escluso perché hanno tirato fuori i loro soldi per la Roma, non è mai stata attaccata e trovo sia giusto. Non credo facciano i Friedkin questi impicci, anche se potrebbero evitarli. C’è una piccola casta non all’altezza, ma che crede di esserlo e combina guai da tutte le parti”.

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