Collina: “Il VAR ha reso il calcio più giusto e migliorerà ancora”
Sono esattamente (e ufficialmente) cinque anni oggi, in Serie A, scrive Matteo Della Vite su La Gazzetta dello Sport. Praticamente sei anni se si considera – e in ambito arbitrale lo definiscono come il “Big Bang” di tutto, pur se sperimentale – Italia-Francia del 1° settembre 2016. L’introduzione della Var ha cambiato il calcio. E il calcio non è più lo stesso.
Nel bene, per evidenti motivi di equità. E nel… dubbio, perché l’impatto emotivo di tutti è diverso e perché se è vero, come è vero, che dietro alla macchina ci sono uomini, beh, l’errore capita, è capitato e ri-capiterà. Da quell’alba di settembre in cui per l’amichevole internazionale a Bari si fece il primissimo esperimento e da quel primo rigore fischiato (proprio il 19 agosto del 2017) in Serie A ad oggi, tutto ha assunto un aspetto diverso e dal quale si evince una cosa certa: indietro non si torna. “L’introduzione della Var – racconta Pierluigi Collina, chairman of the Fifa Referees Committe, capo supremo degli arbitri mondiali – ha indubbiamente contribuito a far diventare il calcio più giusto, evitando che un errore dell’arbitro possa influenzare negativamente il risultato di una partita o di una competizione“. Punto.
In quel 1° settembre 2016, Pierluigi Collina e Gianni Infantino (n°1 Fifa) attrezzarono la Var sperimentale dentro un pullmino posto vicino al San Nicola di Bari. Oggi c’è il centro di Lissone. Macchine del tempo: e i tempi cambiano, migliorano anche. L’arbitro di quell’Italia-Francia fu l’olandese Kuipers che dopo 33’ fermò il gioco per un presunto fallo di mano di Kurzawa su colpo di testa di De Rossi: fu colpo di coscia e nessun rigore venne assegnato. Fu il primo passo sulla… Luna Var che in in Serie A tutti cominciarono a scoprire il 19 agosto 2017, Juventus-Cagliari, Maresca è l’arbitro e l’internazionale Valeri è dietro al video che comunica al direttore di gara di attendere a far battere il calcio d’angolo perché il contatto Alex Sandro-Cop va rivisto. Maresca “disegna” nell’aria il… monitor, va alla “review” e assegna il calcio di rigore che Buffon parerà a Farias, quasi come se l’uomo battesse la macchina.
“La Var ha contribuito a far diventare il calcio più giusto – ribadisce il capo mondiale degli arbitri -. Ovviamente in un gioco dove molto dipende dall’interpretazione soggettiva, le diversità di giudizio e le polemiche conseguenti rimangono. Il calcio non è il tennis o la pallavolo. Ma certamente non ci sono più errori nel giudizio di quegli episodi la cui interpretazione è unanime“.
Nella scorsa stagione, la Var è stata protagonista molte volte in positivo ma anche in negativo: in Torino-Inter per esempio; oppure in Spezia-Lazio. “Quando abbiamo iniziato, come IFAB avevamo di fronte a noi un foglio bianco su cui abbiamo dovuto scrivere come far funzionare la Var – dice Collina -. Nessuno poteva sapere con certezza cosa sarebbe successo e, ad esempio, quante interruzioni ci sarebbero state in una partita. Per il timore che potessero essere troppe, e snaturare il gioco a cui tutti eravamo abituati, fu deciso di intervenire solamente nel caso di “clear and obvious mistakes” e “serious missed incidents”. Oggi, dopo 6 anni, con l’esperienza e la qualità raggiunta, si può pensare a fare qualche considerazione sull’opportunità di modificare qualcosa, prevedendo un maggiore utilizzo. Perché un errore è sempre e comunque un errore“.