Una difesa all’attacco: Smalling e Ibanez, un muro che fa gol.
Il campionato lo vince la squadra che ha la difesa migliore, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Se a questo concetto si aggiungesse anche il fatto che i giocatori della retroguardia si divertono a fare gol spesso e volentieri, allora potremmo anche dire che la Roma si stia avvicinando alla quadratura del cerchio.
Basti pensare che nelle prime quattro giornate del campionato la Roma ha subito solo un gol, e neppure su azione. A battere Rui Patricio, infatti, è stata semplicemente una straordinaria punizione di Vlahovic.
In questo XXI secolo, in fondo, è successo finora soltanto quattro volte per lo stesso numero di turni giocati, e precisamente nelle stagioni 2007-08, 2013-14, 2014-15 e 2017-18. Non solo, una rete da raccogliere dentro al sacco in 360 minuti giocati (più i recuperi) era successo nella storia del club giallorosso solo altre quattro volte, cioè nel 1962-63, nel 1991-92, nel 2013-14 e 2014-15.
Tutto questo perché, grazie alla cura Mourinho, agli avversari sono stati concessi soltanto nove conclusioni nello specchio della porta. Ma questo gruppo adesso sta dimostrando anche altro, visto che quella dello Special One, in questo inizio di stagione, è diventata anche una difesa d’attacco.
Infatti, delle sei reti finora messe a segno dai giallorossi, un terzo sono a cura del reparto arretrato: quello di Smalling contro la Cremonese e quello di Ibanez contro il Monza, martedì scorso.
D’altronde, lo stesso Mourinho ha detto su di lui come sia migliorato moltissimo: “Rispetto a un anno fa sembra un altro giocatore, anche per il modo con cui comincia l’azione”. Proprio vero.
Smalling, comunque, non si tirerà certo indietro, perché in fondo al cuore nutre ancora la speranza di una chiamata “last minute” dell’Inghilterra per il Mondiale.