Disfatta Roma
La Roma frena, anzi inchioda. E si schianta, scrive Francesco Balzani su Leggo. Proprio nel turno favorevole, proprio quando poteva riprendersi la vetta. Una sconfitta clamorosa, quella di Udine. E figlia di tanti errori. Di Mourinho e individuali.
Il primo è di Karsdorp dopo appena 5′: appoggio di petto e gol di Udogie. Uno choc che la Roma assorbe come una neopromossa. L’Udinese tiene campo e impartisce una lezione ai giallorossi che ci provano solo con le volate di Dybala. Nella ripresa Mou si fa prendere la mano e schiera un tridente mal supportato snaturando un po’ la squadra.
Dopo il rigore negato da Maresca per spinta di Becao a Celik, arriva la tormenta che spazza via i sogni di rimonta. L’Udinese trova il raddoppio su un’altra papera, quella di Rui Patricio che non blocca il pallone di Samardzic dopo la mancata copertura di un Pellegrini mai in partita. La Roma ci prova solo da calcio piazzato e prende il palo con Mancini. Poca roba.
L’Udinese sfrutta gli spazi e prende il largo. Prima il tris di Pereyra, poi il poker con Lovric. Il finale è un’agonia per i tanti tifosi romanisti alla Dacia.
Un crollo verticale quello della Roma di Mourinho che mai aveva subito un passivo così pesante in campionato. E che rimanda la mente a Bodo, ma quelle erano riserve. Lo sa bene Mou che prova a sminuire: «Preferisco perdere 4-0 una partita che perderne 1-0 per 4 volte. È dura per noi e per i tifosi, ma è la vita e dobbiamo andare avanti. Se vai sotto contro una squadra così fisica è difficile poi. Abbiamo avuto opportunità per pareggiare ma non l’abbiamo fatto e loro hanno sfruttato poi i contropiede. Rigore? Quando si perde 4-0 non si parla di arbitro, ma quando abbiamo saputo che c’era lui, lui è il profilo perfetto per una squadra come l’Udinese che gioca in casa».