Quella «peste» che entrò nei cuori giallorossi
Lo chiamavano Pierino la peste, aveva l’indole da aritillero e la faccia dell’attore da Spaghetti Western. Se la sua carriera fosse stata accompagnata da una colonna sonora, le note musicali sarebbero state scritte da Sergio Leone: sapeva sparare, fulminava i portieri con naturalezza: era veloce, cinico, spietato. Passa a miglior vita, all’età di 74 anni Pierino Prati, attaccante del Milan, della Roma e della Nazionale Italiana. Cresciuto nel settore giovanile rossonero, era tornato alla base nell’estate del 1967; l’allenatore Nereo Rocco seppe esaltare al meglio le sue doti di finalizzatore. In quel campionato Prati fu l’attore protagonista della cavalcata verso lo scudetto: realizzò 15 reti che gli valsero il titolo dei capocannonieri. Nella stessa stagione, fu protagonista anche in Coppa delle Coppe, con le sue reti trascinò i rossonerial successo finale; gol negli ottavi contro gli ungheresi del Vasas Gyoer, gol nell’andata dei quarti di finale contro lo Standard Liegi, gol contro i belgi nello spareggio che vale la semifinale, gol del raddoppio contro il Bayern Monaco che apre al Milan la strada verso la finale poi vinta contro l’Amburgo. L’appuntamento con la vita sarebbe arrivato dodici mesi dopo, a Madrid, nella finale della Coppa dei Campioni contro l’Ajax di Johann Cruj Prati si prende la scena del Santiago Bernabéu, segna una tripletta, Sormani arrotonda il risultato per il trionfo rossonero. Pochi mesi dopo – nella mattanza della Bombonera – vince l’Intercontinentale contro gli argentini dell’Estudiantes. Lascia il segno anche in Nazionale, segna sette gol in quattordici partite, decisivi quelli alla Bulgaria che consentono all’Italia di conquistare la fase finale degli Europei del 1968, poi vinti contro la Jugoslavia. Prima di lasciare la maglia milanista, vince ancora una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia. Nel 1973 trasferisce alla Roma, e diventa immediatamente l’idolo dei tifosi giallorossi perché sa fare gol, soprattutto nel derby; elimina la Lazio scudettata dalla Coppa Italia con un colpo di testa imperioso, in campionato decide la sfida di ritorno certificando il sorpasso in classifica. Sapeva segnare, e sapeva far sognare: Pierino la Peste ora gioca nella Nazionale degli angeli.