Infortuni muscolari e approccio svagato: le due spine di Mourinho
La maledizione infortuni torna ad affacciarsi Trigoria. Tutto sembrava risolto con l’arrivo di José Mourinho che la scorsa stagione era riuscito a ottenere un risultato eccellente: la più bassa incidenza di guai muscolari degli ultimi anni, scrive Il Messaggero. Facendo un parallelo tra l’ultima annata di Fonseca e la prima dello Special, l’incidenza di infortuni muscolari era calata di oltre il 50%.
Un dato eccezionale, ottenuto grazie all’attenzione maniacale per le statistiche individuali dei calciatori e agli allenamenti pensati proprio per prevenire incidenti spiacevoli. Quest’anno non è cambiato nulla nello staff, l’approccio al lavoro è sempre lo stesso e i giocatori seguono con fiducia le indicazioni. In molti continuano ad avere un preparatore privato che, però, è limitato nelle funzioni proprio per evitare sovrapposizioni con il programma ufficiale.
Allora perché, in meno di un mese dall’inizio del campionato, i guai muscolari sono arrivati già a tre (quattro allungando il periodo a quello estivo comprendendo Calafiori)? L’ultimo problema è quello di Zalewski, che arriva dopo Kumbulla ed El Shaarawy. L’italopolacco salterà la trasferta di Empoli per un affaticamento all’adduttore (domani nuovi esami). Che non sia un periodo felice per l’infermeria giallorossa è confermato dai ko traumatici di Darboe (lesione al crociato), Wijnaldum (frattura della tibia), Zaniolo (lussazione della spalla) e Abraham (contusione alla spalla), che poco a che fare hanno con la preparazione e quindi archiviati come incidenti di percorso.
Certamente qualcosa è cambiato nel lavoro del prepatore Rapetti: lo scorso anno era pensata a lungo raggio, quest’anno con il Mondiale che comincerà il 20 novembre e con lo stop alle partite il 13, è stata impostata per avere una partenza sprint. Inoltre, le esigenze di mercato hanno ritardato l’acquisto di Belotti che da svincolato non ha potuto svolgere la preparazione con una squadra. Il risultato è che il Gallo sembra un pesce fuor d’acqua, è lento, gli manca il ritmo partita e fatica ad essere al pari degli avversari. Discorso simile per Camara. Anche lui ha bisogno di tempo per allinearsi al gruppo (è reduce da un infortunio), ma l’emergenza a centrocampo incalza.
Non solo, c’è poi anche un aspetto mentale da considerare. Lo ha sottolineato nel post-Razgrad anche Pellegrini alludendo al fatto che servirebbe una maggiore concentrazione. In tal senso sono emblematiche le partite contro Juventus, Udinese e Ludogorets. La Roma, oltre ad aver palesato difficoltà a livello atletico, ha avuto un approccio tra il blando e lo svagato. È così accaduto che a Torino Spinazzola ha sbagliato in avvio un passaggio per vie centrali, costringendo Matic al fallo da cui poi arriverà la punizione messa a segno Vlahovic.
Oppure a Udine quando Karsdorp con sufficienza ha appoggiato il pallone di petto a Rui Patricio consentendo a Udogie di inserirsi e segnare dopo appena 5 minuti. E, infine, in Bulgaria, dove la Roma non ha incassato il gol, ma c’è andata molto vicino (Mancini prima si perde Despotov al 4′ e poco dopo svirgola un pallone che finisce vicino al braccio di Cristante). Infortuni e scarsa attenzione, un connubio letale a cui Mourinho dovrà porre rimedio per non compromettere la stagione a tempi record.