Zaniolo: “Con la Roma ho delle colpe, ma non sono l’unico responsabile del casino successo”
L’ex giocatore della Roma Nicolò Zaniolo, ceduto lo scorso febbraio al Galatasaray dopo una lunga permanenza dal 2018 al 2022, ha rilasciato un’intervista esclusiva sull’edizione odierna de La Repubblica.
Il classe 1999, tra le altre cose, ha parlato anche della conclusione della sua esperienza nella Capitale. Questo un estratto della sua intervista con i passaggi riguardanti la sua avventura in giallorosso e il suo doloroso addio: “Nomi non ne faccio, le guerre mediatiche non mi piacciono. Ma alla Roma le cose potevano finire in modo diverso: provo un grande amore per i tifosi, i miei compagni, la squadra, la città, e loro nei miei confronti. È una delusione che ho provato. Io ho delle responsabilità, ma anche altre persone. Quando ci sono casini così vuol dire che tutti ci abbiamo messo del nostro. Ma del passato non voglio parlare, ora sono in Premier e penso al futuro“.
La sua carriera nei fatti è iniziata in Champions: titolare al Bernabeu contro il Real Madrid a 19 anni.
“Riunione verso le 11, quando finisce Di Francesco mi prende e mi dice: “Sei pronto per giocare?”. Io non ero pronto per niente. Ma ho detto: “Sì, certo che sono pronto”. Allora lui mi fa: “Giochi mezzala, devi marcare Modric, Bale, Casemiro, occhio a Isco…”. Tutti campioni con cui fino al giorno prima giocavo alla Playstation. Quando siamo usciti dallo stadio tutti cantavano a Modric “Pallone d’Oro, pallone d’Oro…”. Ho realizzato lì cosa era successo”.
Parliamo della finale di Conference a Tirana.
“I giorni precedenti Mourinho ha chiesto a tutti: siete pronti? Per tanti era la prima finale europea. Ci ha aiutato, ci ha detto che se eravamo arrivati lì era per tutto quello che avevamo fatto in campo e che il merito era solo nostro. Ci ha fatto arrivare carichi a giocarla”.
Poi l’ha decisa lei. L’impressione è quasi che lei renda di più nelle partite difficili…
“La partita difficile è più facile da preparare. Quando giochi contro una squadra meno attrezzata, anche se non vuoi, hai qualcosina in meno a livello di concentrazione. Quelle difficili sono diverse, sai che quella è “la” partita. E lì si vede il giocatore, quello che sai fare. Ho sempre amato le partite da dentro o fuori, mi diverto a giocarle”.
Le hanno mai offerto il “10” di Totti?
“Non lo avrei accettato mai: ti mette una pressione addosso che non serve. Le pressioni a Roma ci sono a prescindere, la piazza vuole tanto e chiede tanto: tutti sappiamo di chi era quella maglia e non ci ho mai nemmeno pensato di prenderla”.
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