Ciclone Abraham, impatto devastante. Fisico, classe e carattere.
L’esordio in giallorosso di Tammy Abraham è un ciclone che ha trascinato il pubblico dell’Olimpico, ma che è stato anche capace di infervorare i tifosi a casa. I romanisti si stropicciano gli occhi, e sperano di aver trovato quel centravanti capace di farli sognare.
Fisico imponente e scatto felino, ad Abraham sono bastati pochi minuti per far capire a tutti di che pasta era fatto. Potenza unita alla tecnica, ma anche un carattere dirompente, un trascinatore nonostante i suoi 23 anni. Tammy ha fatto ammattire la difesa viola, risultando decisivo per tre quarti del match.
Prima fa espellere Dragowski, poi fa segnare sia Mkhitaryan che Veretout. E in mezzo a tutto questo colpisce anche un clamoroso palo dopo un’incornata su pennellata di Pellegrini. Impatto devastante, anche per come si è subito cucito addosso il ruolo di uomo squadra. E tutto questo dopo aver svolto appena una manciata di allenamenti in solitaria per via della quarantena imposta dalla ASL al suo arrivo a Roma.
All’uscita dal campo, stremato, il pubblico era già pazzo di lui: l’Olimpico gli ha riservato la giusta standing ovation, galvanizzato per quanto visto in campo in quell’ora abbondante di gioco. Tanta roba. Anche per quelli che avevano storto la bocca alla notizia del suo acquisto. A Tammy sono bastati sessantanove minuti per mettere tutti d’accordo. Almeno per una volta.