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Conferenze Stampa - 02/10/2021

Mourinho:”Equilibrio alla base di tutto”.

Dopo l’annuncio del rinnovo di Lorenzo Pellegrini, torna a parlare José Mourinho. Domani è tempo di campionato e c’è la sfida con l’Empoli prima della sosta per le nazionali. Il tecnico giallorosso interviene nella consueta conferenza stampa prepartita, in programma alle 17 a Trigoria. Queste le sue parole:

Mette spesso in evidenza come il calcio italiano sia cambiato, poi prima e seconda in classifica hanno preso 2 e 3 gol… Dov’è l’equilibrio?
Il risultato è importante, se giochi un calcio offensivo e perdi 5-4 gol è meglio giocare in modo difensivo e pareggiare 0-0… Scherzi a parte, l’equilibrio è alla base di tutto. Secondo me è impossibile essere in cima alla classifica senza essere una squadra completa ed equilibrata. Bisogna difendere bene, non concedere gol e al tempo stesso segnare per vincere. Più della classifica, più dei risultati, conta la qualità del gioco e la proposta delle squadre. Gli allenatori vogliono giocare bene. E anche vincere, sono d’accordo su questo, sapete perfettamente che sono un risultatista ma si può cercare di fare entrambe le cose. Ora la maggioranza delle proposte di gioco che si vedono in Serie A è questa.

Darboe in Coppa ha dato un’ottima risposta, pensa di confermarlo anche domani vista anche la diffida di Cristante?
Non bado a questi dettagli riguardo la formazione. Lui ha avuto un buon percorso in questi due mesi e mezzo. L’anno scorso quando ha debuttato aveva giocato senza responsabilità, la squadra era in un momento difficile, Fonseca non aveva altre opzioni perché aveva tanti infortunati. Mi sembra che nelle prime 2-3 partite che ha giocato lo ha fatto senza pressioni e responsabilità, facendo molto bene. Al mio arrivo e nel precampionato abbiamo parlato tra noi tante volte. Ora quel senso di responsabilità è arrivato, non è più un giovane arrivato dalla Primavera, è già un giocatore con aspettative e responsabilità. E prima degli altri è stato lui a mettersi pressione addosso. Ha lavorato tanto ma senza la qualità di gioco che ha. A poco a poco si è liberato, è cresciuto e ha imparato, è tornato ad avere fiducia. Con lo Zorya avevo tante opzioni, avevo l’esperienza di Diawara, avevamo Villar e un altro giovane come Bove ma pensavo fosse il momento giusto per lui e la risposta è stata molto buona. È stato concentrato, ha interpretato la difesa che vogliamo con grande criterio. Mi è piaciuto tanto, non si può dire che abbiamo guadagnato un giocatore perché lo avevamo già, ma la sua fiducia e la mia fiducia in lui con questo tipo di partite cresce.

È rimasto sorpreso dalle mancate convocazioni di Zaniolo e Mancini in Nazionale? Per lei è un bene che restino a Trigoria?
Non è il mio lavoro, l’Italia ha già un commissario tecnico che ha grandi responsabilità e tanti giocatori da scegliere. Sono sue scelte, che rispetto se chiama un nostro giocatore oppure se ne chiama dieci. I giocatori preferiscono sempre andare in Nazionale, è motivo d’orgoglio per loro, ma se restano qui lavoreranno protetti e non avranno partite da giocare. Anche questo è un fattore positivo. Entrambe le cose hanno fattori positivi e negativi.

Tornando alla difesa, l’Empoli ha subito meno tiri in porta della Roma, un dato sorprendente visti i rapporti di forza tra le due squadre. Il fatto che si concede ancora troppo da cosa dipende? Quanto manca al suo punto d’equilibrio?
La cosa più facile nel calcio è difendere bene, è la cosa più facile. Principalmente si fa a costo dell’organizzazione offensiva. Ma non è quello che vogliamo fare. noi vogliamo una squadra che crea, che gioca, che segna e che difende bene. Non faccio l’ipocrita, ovviamente mi interessa che la squadra difenda bene. Abbiamo perso in due partite segnando in entrambi i casi. Al di là degli errori individuali che sono sempre importanti preferisco guardare the big picture, il quadro completo. Dobbiamo essere equilibrati come squadra, se non si vuole prescindere dall’organizzazione offensiva magari servirà più tempo. Sono arrivati 6 gol in 2 partite, abbiamo avuto anche partite senza gol subiti o incassandole solo 1. Ma 6 gol subiti ovviamente sono troppi e lavoriamo su questo. Anche oggi, anche se era praticamente solo il secondo giorno di lavoro dopo giovedì. Abbiamo lavorato a bassa intensità, ed è difficile lavorare ad alta intensità quando si gioca in settimana ma l’abbiamo fatto bene. Sappiamo come gioca l’Empoli, sono la squadra che crossa di più in A e penso la seconda che tira di più da fuori area. Abbiamo lavorato sulle loro caratteristiche, per noi l’organizzazione difensiva è importante.

Spalletti ha detto, dando ragione a De Laurentiis, che le nazionali devastano i club: ha ragione per lei? Si gioca troppo?
Non voglio commentare le parole del mio amico Spalletti, lui ha la sua opinione non sono qui per commentare le sue opinioni. L’interesse del club per noi è più importante, dall’altra parte vale lo stesso. Certe cose sono migliorabili ma il calcio senza nazionali, senza la passione e senza quello che rappresentano per ogni paese, non è la soluzione. Quello che posso dire è che non capisco perché in Sudamerica si giochi di giovedì sera, quando qui è venerdì mattina. Non lo capisco, pensavo che questa storia fosse finita… Pensavo che si sarebbe terminato di mercoledì. E un’altra che non mi piace, che penso si potesse cambiare: di solito tante nazionali chiamano 35-40 giocatori per tre partite, molti di questi non giocano e non si allenano con intensità. Sarebbe preferibile lasciarli ai club, sono piccoli dettagli che si potrebbero migliorare. Ma tutto il resto sul quadro generale della situazione, sul futuro, sul fatto che si gioca troppo, sul Mondiale ogni due anni… Non sono per me. Penso a questi piccoli dettagli che ci riguardano. Pensate anche alla Juve, tanti club hanno situazioni simili alla nostra, pensate alla Juve: avremo Viña, Bentancur e Cuadrado che giocheranno venerdì… Sono cose che non si guardano o non si vogliono guardare.

L’Empoli come la Roma non ha mai pareggiato. Casualità o dipende dalle caratteristiche delle squadra
Una casualità, a volte la differenza tra una vittoria e un pareggio dipende dai dettagli e non dalle caratteristiche della squadra. Un altro conto è una squadra che entra per pareggiare e che riesce a farlo. Noi non siamo questi e nemmeno l’Empoli. Con il Sassuolo ha fatto la differenza un gol al 90′, non penso sia una questione filosofica.

In passato squadre propositive hanno cambiato in base al risultato. Quanto è importante la reazione della squadra al cambiamento degli scenari?
Innanzitutto è importante rispettare chi lo fa, io l’ho già fatto e lo farò. Il risultato è importante e nel corso della partita la squadra può cambiare il suo modo di pensare, è una cosa assolutamente normale e la penso positivamente di una squadra che ha il potenziale di farlo. È importante che la squadra sia in grado di cambiare un risultato, ovviamente in questi casi è importante prendere rischi e giocare a viso aperto, senza paura di prendere un altro gol, per ottenere un risultato positivo. Fa parte del gioco, è il bello del calcio. C’è anche un altro fattore, che spesso la gente non capisce: a volte si gioca con un umore diverso anche per merito dell’avversario, che crea difficoltà che non ti aspetti. Ad esempio, se si gioca troppo bassi non è perché lo voglio io, ma perché l’avversario ci ha costretti, è il bello del gioco.

Nonostante il ko nel derby, domani il tutto esaurito all’Olimpico. I tifosi hanno capito che la squadra ha bisogno di tempo?
Non posso parlare per loro, ma li ringrazio, hanno appoggiato dal primo giorno sia me e sopratutto la squadra, che lo merita più di me. Una dimostrazione chiara di romanismo, è facile essere tifoso di una squadra che vince sempre, difficile farlo per una squadra che vive un momento difficile o che non vince dei titoli. E’ ovviamente una dimostrazione di romanismo e per me una dimostrazione di fiducia nella squadra. Abbiamo perso 2 partite su 10, ma in quelle 2 occasioni abbiamo avuto l’atteggiamento giusto, abbiamo messo in campo qualità impegno totale. E penso che ai tifosi tutto questo sia piaciuto. Magari sbaglio ma questa empatia si fonda sul profilo della nostra squadra. Abbiamo finito le 2 partite che abbiamo perso con 8 attaccanti e nella metà campo avversaria, cercando il gol… Questo la gente l’ha capito. Sulla questione tempo: penso che concedere tempo voglia dire capire che c’è un processo in corso, non come avvenuto negli ultimi anni, quando c’è stata poca tranquillità e sono arrivate troppe critiche, anche da parte vostra. Magari bisogna essere romanisti in maniera più matura. Noi andiamo nella direzione giusta, il tempo è importante. C’è una differenza di tanti punti tra la nostra classifica della passata stagione e le posizioni top in classifica. E non è così che si lima questa distanza.

Il rinnovo di Pellegrini, un suo commento?
Dal momento che avevo sentito che i Friedkin non volevano perderlo, per le sue qualità e per quello che significa, un ragazzino romano e romanista, nato e cresciuto qui, che ho scelto come capitano… Era tutto chiaro. Lo stesso Lorenzo me l’ha detto in faccia: “Resto sicuro, al 100%, anche senza accordo”. Dopo era tutto nelle mani di Pinto e del suo procuratore, era un processo che poteva durare anche un giorno o una settimana in più ma si sapeva che sarebbe finita così. Per me è la decisione giusta per la società e lo è anche per Lorenzo, ho parlato con lui di questo. Per noi come squadra è importante questa stabilità. Io sono qui per tre anni e non voglio andare altrove, lui è qui per restare e con Mancini e Cristante crea un nucleo di italiani che costruisce il gruppo, anche dal punto di vista emotivo. Siamo insieme, lavoriamo insieme e arriveremo dove vogliamo con tranquillità

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