Ammoutoliti
Mourinho è bollito, Abraham non vede la porta, Zaniolo non si riprenderà. Ammutoliti, anzi Ammoutoliti. Sui social e anche in qualche bar dove almeno la mascherina copre la faccia di chi parla a vanvera. Perché di critiche questa Roma ne meritava tante, e magari ne meriterà ancora. Ma provare a colpire i pochi ingranaggi di lusso era esercizio di distruzione senza senso. A Bergamo è andata in scena la svolta che in senso figurato si traduce come “situazione capace di cambiare radicalmente il corso degli eventi”. Quella con l’Atalanta è una trasformazione improvvisa da bruco a farfalla. Che non arriva per caso. Basta vedere lo scintillio negli occhi del tecnico nella conferenza prima della partita. E basta sentirlo promettere amore quasi eterno alla Roma a fine match. A patto che si cresca insieme, e questa è l’ennesima garanzia.
La Roma perfetta di Bergamo ha giocato una gara di livello europeo. Una di quelle che metterebbero in difficoltà la maggior parte delle squadre del mondo. E’ un upgrade che mancava dal primo anno di Di Francesco, quando in rosa c’erano elementi che quel livello te lo garantivano solo col nome. Oggi non è proprio così ma in panchina quel nome c’è eccome. E in campo la coppia Zaniolo-Abraham è qualcosa in cui credere a occhi chiusi. Perché pure così, pure solo sentendo il rumore del pallone, si capisce che sono due futuri grandi calciatori. A loro ne vanno affiancati altri. Poi c’è il gruppo formato da calciatori più o meno all’altezza della Champions. Quello che in questi giorni si è stretto intorno al suo tecnico, con alle spalle una tifoseria (quella vera, non formata da profili fake) che l’ha supportato anche dopo una vergognosa prova con l’Inter. Prima c’è la Samp, dopo a gennaio Milan e Juve di fila. Con Mourinho fino all’inferno. Figuriamoci ora che si rivede la luce del Paradiso.