Questione di sguardi
Come spesso è capitato in questo campionato, il post-gara è di quelli belli infuocati e più ricchi di contenuti di quello che effettivamente si vede in campo. L’esultanza gioiosa di Zaniolo sotto la Sud, dopo aver segnato un gran gol, un mix di potenza e precisione, nel momento più importante del match, era lì a rappresentare, dopo le voci sul suo futuro in settimana, come il numero 22 si stesse prendendo sulle spalle la Roma. Quando si dice rispondere sul campo ai rumors. Invece no, il tutto è stato invalidato (perché tutto il resto non varrà 3 punti, ma conta) per un pestone di Abraham dal VAR. In un attimo dalla gioia si è passati alla frustrazione con Zaniolo espulso da Abisso e Mourinho a fa lo show in conferenza stampa. “La Roma agli occhi del potere è piccolina”. Frase in stile Mou contro i “signori del calcio” che di sicuro farà piacere ai tifosi giallorossi, ma il tecnico è stato spesso in squadre potenti e ha avuto da ridire anche lì. L’attenzione è stata spostata nuovamente sulla questione arbitrale, con cui la Roma sembra avere un conto aperto (che paga a suon di punti) in stagione.
L’episodio di Zaniolo-Abraham-Abisso-VAR, arriva al minuto 90 di una gara in cui la Roma era chiamata a vincere per la classifica, per dare continuità di risultati e del bel gioco visto nel primo tempo di Empoli. Davanti un Genoa che ha cambiato proprietà ed è al terzo allenatore in stagione. Se a Roma ci siamo purtroppo abituati a sentir parlare di anno zero o di squadra in costruzione, l’avversario dei giallorossi, con possibilità economiche inferiori, è ancora più indietro. In campo, dunque, la Roma di Mourinho, ormai rodata, con nuovi innesti nel mercato di gennaio, sarebbe dovuta scendere col piglio di chi ha voglia di risalire in classifica e giocarsi le chance fino all’ultimo di tornare in Champions. Tutto questo non si è visto, con un calo di tensione e nei gesti tecnici, rispetto al crescendo che si era elogiato. Se la difesa tiene, l’attacco è affidato alle giocate dei singoli, che possono arrivare anche al 90′, dopo che era aumentato il numero degli attaccanti per sfruttare la superiorità numerica (il Genoa è stato in 10 uomini dal 69′). Sperare nella giocata del singolo e non in una prova del collettivo porta a partite decise da episodi.
Alla fine il risultato è uno 0-0 che delude il 100% del popolo giallorosso, spostare l’attenzione depotenziando sempre la squadra (una volta le riserve erano inferiori al Bodø Glimt, adesso la Roma è piccolina – più del Genoa – agli occhi del potere), piuttosto che affrontare un discorso tecnico-tattico su quello che andrebbe migliorato e su come vengano gestite certe partite, è una questione di sguardi.