Delirio Roma, il sogno continua
La Roma ce l’ha fatta. Ai giallorossi basta un gol di Abraham all’undicesimo minuto di gioco per mandare a casa il Leicester e volare in finale di Conference League.
Uno stadio stracolmo di amore e di bandiere al vento ha trascinato Pellegrini e compagni verso un risultato storico: la Roma tornerà a giocarsi una finale europea dopo oltre trent’anni. E non è un caso che a riportarla a certi traguardi sia un certo Josè Mourinho.
Lui, dopo una stagione travagliata, passata per risultati deludenti e uno scetticismo esasperato, è riuscito a costruire mattone dopo mattone una squadra capace di trovare una sua identità, e in grado di centrare al primo anno un grande obiettivo, la finalissima di Tirana.
La partita di ieri non è stata di certo spettacolare: gol di Abraham a parte, di emozioni e contenuti tecnici se ne sono vissuti pochi. Il Leictester, incassata la rete dello svantaggio, ha rischiato di subire anche il due a zero. Nella ripresa il tema tattico del match è cambiato, con gli inglesi che hanno cercato di puntare tutto sul ritmo e sull’aggressività. A quel punto la Roma, che ancora palesa inevitabilmente dei limiti da risolvere in estate, ha deciso di fare una gara puramente difensiva.
Ed è sotto questo aspetto che i giallorossi sono stati perfetti: l’abnegazione di tutta la squadra, pronta a lottare su ogni centimetro e pallone, ha fatto la differenza. Il Leicester, di fatto, non ha mai creato un pericolo dalle parti di Rui Patricio, impegnato giusto con un paio di conclusioni timide dalla distanza.
La Roma è riuscita a dominare la tensione, trascinata nei minuti finali da uno scatenato Mou in panchina. Il triplice fischio di Jovanovic è stata una liberazione, con il pubblico che ha potuto continuare la propria festa. E nemmeno lo Special One, uno abituato a giocare partite ben più importanti, ha saputo controllare la valanga emotiva, finendo la partita tra le lacrime e gli abbracci dei suoi collaboratori.
“Sono in una fase della carriera in cui non lo faccio per me stesso, ma per i miei giocatori, per i miei proprietari arrivati nel calcio da poco, per i tifosi”, dirà poi Mourinho a fine partita. “Mi emoziono per le emozioni degli altri”. Ora manca solo una partita per coronare il sogno ed entrare nella storia di questo club. Appuntamento al 25 maggio, a Tirana, dove la Roma affronterà, un po’ a sorpresa, il Feyenoord. Ci sarà tempo per pensarci. Ora godiamoci questo momento. Grazie Roma. E grazie Mou.