Il mercato si fa a centrocampo
Da un paio d’anni l’ultima settimana di giugno non è più il periodo di apprensione – per i tifosi – contraddistinto dalla cessione in grado di aggiustare i conti prima della chiusura del bilancio: COVID-19 e (conseguente?) rimodulazione delle regole del fair play-finanziario (anzi, sostenibilità economica), insieme a una proprietà che viaggia a una ventina di milioni al mese di risorse immesse nel club hanno, per il momento, cancellato questo non certo divertente momento della stagione.
Resta il fatto che una rosa non può avere un numero illimitato di giocatori, e che per far arrivare nuovi acquisti serve liberare spazi e a livello strettamente numerico, e a livello di ingaggi. Nemanja Matic, per esempio, ha preso l’esatto posto di Henrikh Mkhitaryan, trasferitosi all’Inter a fine contratto: praticamente stesso ingaggio, un anno in più sulla carta d’identità e caratteristiche più legate all’identità del calcio di Mourinho, rispetto all’armeno. Che, comunque, non sarà l’unico a salutare la Capitale da qui al primo settembre, quando, tra l’altro, saranno già state giocate ben quattro giornate di campionato e un big match, quello contro la Juventus a Torino.
Si fa presto a parlare di Nicolò Zaniolo, ma ci sono altri due elementi che, carte alla mano, sono in una situazione simile a quella del numero 22, vale a dire Jordan Veretout e Bryan Cristante. Entrambi, come Zaniolo, hanno il contratto in scadenza il 30 giugno 2024 e questa è l’estate in cui, tendenzialmente, va deciso se cedere o rinnovare.
E qui sorgono delle differenze: di Veretout Mourinho ha fatto a meno in quasi tutta la seconda parte della stagione, elemento che ridurrebbe la perdita tecnica dell’addio ma che, al contempo, abbassa la valutazione del francese. Cristante, invece, ha progressivamente aumentato la sua importanza nel gruppo Roma, per leadership, affidabilità e continuità di rendimento, ma la sensazione è che, tecnicamente, la sua sia la zona di campo che necessita di maggiori miglioramenti, anche dopo l’arrivo di Matic. E rinnovare il contratto di Cristante significherebbe portarlo a costi da titolare indiscusso, quando magari titolare indiscusso non sarebbe più (nonostante le tante partite da giocare), creando un’incongruenza nell’utilizzo delle risorse a disposizione, non certo illimitate.
Ovviamente, la fretta non è solo cattiva consigliera, ma non è neanche necessario averne vista la scadenza ancora non prossima del contratto, ma questo, come altri, è un discorso da tenere presente in vista di un mercato che, date le premesse di questi giorni, potrebbe non essere facilissimo neanche in entrata. La certezza è che dal centrocampo passerà gran parte di questa sessione.